Maria Sofia, 55 anni, moglie di Giovanni Fresia, morto in ospedale a Rivoli dopo un banale attacco d’ansia: «Non cerco colpevoli o vendetta, cerco la verità. Ogni giorno penso che se non avessi chiamato l’ambulanza, lui sarebbe ancora qui»
«Non cerco colpevoli o vendetta, cerco la
verità. Ogni giorno penso che se non avessi chiamato l’ambulanza, lui
sarebbe ancora qui». Maria Sofia, 55 anni, non si dà pace. E vuole
sapere perché suo marito, Giovanni Fresia di 60 anni, tre mesi fa è
morto in un letto dell’ospedale di Rivoli dopo un ricovero per un banale
attacco d’ansia.
«Ho visto mio marito per terra»
Giovanni,
dipendente del Comune di Collegno, è in cura ai Servizi di igiene
mentale. La sera del 26 ottobre ha una crisi. «È stato male dopo cena e
mi ha detto di chiamare l’ambulanza — ricorda la moglie —. Sono arrivati
il 118 e una pattuglia dei carabinieri, che io non avevo chiamato».
Giovanni esce di casa e sale sull’ambulanza. È ancora un po’ agitato. A
calmarlo ci pensa la figlia maggiore. «Non scorderò mai quei minuti —
racconta Maria Sofia —. Mi sono avvicinata all’ambulanza e ho visto mio
marito per terra. Ho chiesto spiegazioni, mi hanno risposto che lo
avevano sedato e che potevo raggiungerli in ospedale». Ma è proprio al
nosocomio di Rivoli che la situazione assume contorni che devono ancora
essere chiariti. Al suo arrivo, Maria Sofia scopre che durante il
trasporto il marito aveva avuto un rigurgito e che il vomito lo aveva
soffocato, provocandogli un arresto cardiaco. «Per dieci minuti Giovanni
è rimasto in ipossia e c’era il rischio di danni celebrali». Dodici ore
dopo, è morto.
L'inchiesta
Ora
un’inchiesta della Procura cerca di far luce sull’episodio. Le cartelle
cliniche dicono che Giovanni è stato sedato con la chetamina, un
anestetico che solitamente si usa nei casi di Tso. Nei giorni scorsi
sulla scrivania del pm Ciro Santoriello è arrivata la relazione del
medico legale, Mario Abrate. Mentre la famiglia, assistita dallo studio
legale Ambrosio & Commodo, ha nominato Roberto Testi come consulente
di parte. L’ipotesi è che dietro la morte di Giovanni possa esserci un
errore umano. Intanto la famiglia ha chiamato in causa l’Asl To3 e la
prossima settimana si aprirà la fase di mediazione. Una vicenda che
evoca il caso di Andrea Soldi, il giovane deceduto durante un Tso.
Per la morte di Soldi sono stati condannati tre agenti della polizia
municipale e uno psichiatra: il 14 febbraio si aprirà il processo
d’appello.
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