lunedì 17 febbraio 2020

«Mio marito morì sedato come nei casi di Tso. Meglio se non avessi chiamato l’ambulanza»

Maria Sofia, 55 anni, moglie di Giovanni Fresia, morto in ospedale a Rivoli dopo un banale attacco d’ansia: «Non cerco colpevoli o vendetta, cerco la verità. Ogni giorno penso che se non avessi chiamato l’ambulanza, lui sarebbe ancora qui»


«Non cerco colpevoli o vendetta, cerco la verità. Ogni giorno penso che se non avessi chiamato l’ambulanza, lui sarebbe ancora qui». Maria Sofia, 55 anni, non si dà pace. E vuole sapere perché suo marito, Giovanni Fresia di 60 anni, tre mesi fa è morto in un letto dell’ospedale di Rivoli dopo un ricovero per un banale attacco d’ansia.
«Ho visto mio marito per terra»
Giovanni, dipendente del Comune di Collegno, è in cura ai Servizi di igiene mentale. La sera del 26 ottobre ha una crisi. «È stato male dopo cena e mi ha detto di chiamare l’ambulanza — ricorda la moglie —. Sono arrivati il 118 e una pattuglia dei carabinieri, che io non avevo chiamato». Giovanni esce di casa e sale sull’ambulanza. È ancora un po’ agitato. A calmarlo ci pensa la figlia maggiore. «Non scorderò mai quei minuti — racconta Maria Sofia —. Mi sono avvicinata all’ambulanza e ho visto mio marito per terra. Ho chiesto spiegazioni, mi hanno risposto che lo avevano sedato e che potevo raggiungerli in ospedale». Ma è proprio al nosocomio di Rivoli che la situazione assume contorni che devono ancora essere chiariti. Al suo arrivo, Maria Sofia scopre che durante il trasporto il marito aveva avuto un rigurgito e che il vomito lo aveva soffocato, provocandogli un arresto cardiaco. «Per dieci minuti Giovanni è rimasto in ipossia e c’era il rischio di danni celebrali». Dodici ore dopo, è morto.

L'inchiesta
Ora un’inchiesta della Procura cerca di far luce sull’episodio. Le cartelle cliniche dicono che Giovanni è stato sedato con la chetamina, un anestetico che solitamente si usa nei casi di Tso. Nei giorni scorsi sulla scrivania del pm Ciro Santoriello è arrivata la relazione del medico legale, Mario Abrate. Mentre la famiglia, assistita dallo studio legale Ambrosio & Commodo, ha nominato Roberto Testi come consulente di parte. L’ipotesi è che dietro la morte di Giovanni possa esserci un errore umano. Intanto la famiglia ha chiamato in causa l’Asl To3 e la prossima settimana si aprirà la fase di mediazione. Una vicenda che evoca il caso di Andrea Soldi, il giovane deceduto durante un Tso. Per la morte di Soldi sono stati condannati tre agenti della polizia municipale e uno psichiatra: il 14 febbraio si aprirà il processo d’appello.

segnalato da : Collettivo Artaud,  fonte Corriere della Sera Torino


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