domenica 28 febbraio 2016

Lugano - Venerdì 4 Marzo

c/⁠o csoa Il Molino v.le Cassarate 8

alle ore 19:30 Cena Popolare

alle Ore 20:30 Presentazione del libro
"ELETTROSHOCK. La storia delle terapie elettroconvulsive e i racconti di chi le ha vissute."
a cura del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud, ed. Sensibili alle Foglie.

A seguire proiezione dei video:
"Pietro" regia di Alessio Valente
"Cortoshock" regia di Andrea Maiorana e Daniele Filipetto

ore 22:30 concerti hiphop/⁠metal/⁠street punk/⁠oi!

per info:antipsichiatriapisa@inventati.org  www.artaudpisa.noblogs.org

Articolo per "La gazza"


Riportiamo l'articolo scritto per l'associazione "La Gazza", inerente la serata tenuta il 4 gennaio a Borno.

Veronika

Articolo per “La Gazza”


Parlare di un tema complicato come la critica psichiatrica non è sicuramente un compito facile, tanto più in un incontro pubblico dove inevitabilmente ci si deve esporre alla mercé di critiche più o meno fondate. In secondo luogo, l’argomento potrebbe sembrare quantomeno complicato, per addetti ai lavori e in buona sostanza noioso per la maggior parte delle persone.
In realtà ciò che accade nell’ambito della psichiatria prima o poi riguarda tutti noi, direttamente o indirettamente. Non tutti ovviamente necessitano di tali dispositivi medici, ma a volte capita di dover interagire col mondo dell’assistenza sociale per i più svariati motivi. Qualcuno lo sceglie come lavoro, qualcun altro si trova di fronte al disagio di un parente o un amico a cui non sa dare risposta, altri hanno avuto una vita talmente travagliata da non trovare più il famoso bandolo della matassa per poter ritornare ad avere una vita serena. Prima o poi, volenti o nolenti, ci troviamo a fare i conti con un mondo fatto di diagnosi, visite mediche, colloqui e psicofarmaci.
Per tale motivo parlare di psichiatria significa soprattutto parlare di sofferenza e disagio, un ulteriore motivo che può allontanare il grande pubblico da certe tematiche.
Eppure Borno è stata una vera sorpresa. L’incontro di presentazione tenuto il 4 gennaio non lasciava assolutamente presagire una tale affluenza, soprattutto di persone non addette ai lavori, ma semplici curiosi desiderosi di approfondire certe tematiche scottanti. Durante l’incontro infatti abbiamo discusso soprattutto della libertà di cura e sull’impossibilità, in determinate situazioni, di poter rinunciare al libero arbitrio. In particolare mi riferisco al T.S.O. e alle nefaste conseguenze in cui in alcuni casi ha condotto delle persone non verso la soluzione dei loro problemi, ma verso la morte. A chi non era presente posso assicurare che il clima era rovente, soprattutto per le critiche poste da una parte dell’audience poco incline ad ascoltare punti di vista diversi e maggiormente orientata a disturbare la presentazione. Ovviamente tale interferenza non ha fermato il confronto, ma in alcuni momenti ha reso più interessante il dibattito. L’unico rammarico va a chi, con poca educazione e sensibilità, ha definito le morti per T.S.O. degli effetti collaterali. “Può capitare”. Purtroppo però accettare che alcune morti facciano parte del gioco e che siano inevitabili significa prendersi sulle spalle la responsabilità di quei decessi.
Il libro presentato nella serata organizzata dall’Associazione “La Gazza” può essere visto come il punto di partenza per un nuovo approccio alla psichiatria. Partendo da una ricostruzione storica sulla nascita e sull’evoluzione della Scienza Psichiatrica da pura forza repressiva a facoltà medica riconosciuta, il testo pone dubbi e apre nuove prospettive sulla possibile evoluzione di tale disciplina. Tutti i riferimenti citati durante la serata e presenti nel testo sono rintracciabili e fanno parte di scritti già da tempo conosciuti. Mi riferisco in particolare alle opere di Thomas Szasz e Michel Foucault, autori fondamentali e spesso dimenticati dalla maggioranza degli addetti ai lavori. Questo perché controcorrente e a dir poco scomodi.
L’intenzione non è assolutamente quella di far cambiare idea alle persone, ma di porle di fronte a delle domande a cui la scienza ufficiale non ha ancora saputo dare risposta e soprattutto a delle pratiche coercitive che non hanno alcun senso.
Fortunatamente la maggior parte degli intervenuti ha compreso questo punto di vista e ha trovato la serata molto interessante, grazie anche alla testimonianza di Angelo: un ragazzo che purtroppo ha subito vari soprusi negli ospedali e che ha raccontato la sua toccante esperienza. Tutto questo ci pone di fronte alla necessità di aumentare gli incontri con la popolazione, di organizzare serate di confronto e di aprire il dibattito su più fronti. Non crediamo infatti che tutti la debbano pensare come noi, ma confrontarsi in modo civile su temi riguardanti la sofferenza delle persone può portare solo benefici. Lo scambio di idee porta solo vantaggi, mentre la chiusura a qualsiasi tipo di interazione o critica non porta alla crescita di nessuno.
Infine vorrei ringraziare “La Gazza” per l’opportunità e per il coraggio nell’organizzare una serata così particolare a Borno, primo comune della Valcamonica ad ospitare la presentazione del libro “La critica psichiatrica”. Dopo aver girato in lungo e in largo la Lombardia, è stato bello poter incontrare anche la gente della Valle e spero che in futuro l’iniziativa possa essere riproposta.

Gabriele Crimella  

martedì 23 febbraio 2016

Psicopatologia dell'Isis a Lucca...

Riportiamo i link del curioso seminario tenutosi a Lucca per definire la psicopatologia dell'ISIS
http://www.fondazionebrf.org/it/fondazione-brf-onlus-seminario-nella-testa-dell-isis
http://www.lagazzettadilucca.it/cronaca/2016/02/nella-testa-dell-isis/

Riportiamo qui il testo di critica al seminario diffuso in tale occasione:

CENCIO DICE MALE DI STRACCIO

1 - Testo diffuso a Lucca il 20 febbraio 2016 in occasione del seminario: “Nella testa dell’Isis. Psicologia e Psicopatologia del Fenomeno Terroristico”.

Distinguere, discernere, identificare, in un continuum di forme, la parte buona e la parte cattiva, è
sempre stato un problema difficile. Ma perché è così importante farlo? Dal vecchio e classico divide et impera si aggiunge anche il problema dell’identificazione di ciò che è simile o dissimile da sè stessi.
Uno strumento che è sempre stato utilizzato in questo campo, è la definizione psichiatrica,
la riduzione ad absurdum e la definizione di illogicità ed irrazionalità delle categorie di pensiero
dell’Altro. A seconda del livello culturale a cui ci si rivolge, e del livello di analisi che si vuole porre
in essere, allora si utilizzeranno meccanismi diversi. In un talk show l’IS verrà presentata come un
gruppo di assatanati che distrugge le bellezze artistiche senza un motivo apparente, e che gode nel
vedere scorrere il sangue; in un convegno di “intellettuali” si discorrerò della psicopatologia e della
definizione psichiatrica che meglio gli si adatta, ma la sostanza muta di poco, sempre ad essere
utilizzato sarà il meccanismo psichiatrico.
Ma qual è il ruolo storico della psichiatria? Da sempre, quello di offrire una soluzione facile (l’uomo
pazzo è malato: la macchina ed il suo meccanismo si sono rotti, bisogna o aggiustarlo o rottamarlo)
ad un problema complesso (l’uomo diverso è unico in quanto individuo, e ragiona per categorie
concettuali differenti e connessioni logico-causali diverse, ma egualmente vere rispetto a quelle di
chiunque altro). Talvolta può essere utilizzata in “buona fede”, per mettere a tacere comportamenti
che disturbano il quieto vivere, pensando di fare del bene, ma spesso è utilizzata per mettere a tacere,
delegittimando le sue istanze, coloro che si oppongono alle dinamiche sociali in cui vivono (vedi, ad
esempio, il confino e l’identificazione con il termine “antisociali” degli oppositori politici al regime
fascista). La medicalizzazione come delegittimazione di qualcosa che può mettere in imbarazzo il
segreto di pulcinella di un intera società.
E qual è questo segreto? Quello che sottolinea come tra gli uomini dello Stato Islamico e gli uomini
dello Stato democratico occidentale, non vi sia una netta differenza. Sia per quel che riguarda le
pratiche di violenza e di terrore utilizzate in maniera indiscriminata contro la popolazione (si pensi
che il terrore nasce con lo stato moderno, durante la rivoluzione francese e Robespierre, e a come la
guerra dell’occidente mieta quotidianamente vittime, sia a causa delle bombe che del capitalismo e
del sistema socio-economico che sostiene), sia per quel che riguarda le prospettive ideali: conservare
la gerarchia, l’autorità e le forme di potere.
Quella che vedrete oggi sarà quindi una delegittimazione a mezzo psichiatrico di un qualcosa che,
proprio per la sua specularità rispetto a sé stesso, imbarazza il potere, e quindi esso va delegittimato
con ogni mezzo necessario. Sia mai che qualcuno possa insinuare che il Re è nudo...
Ma perché possiamo permetterci di “difendere” l’IS, anche se la sua logica è chiaramente fascista,
senza timore di essere presi per sostenitori del radicalismo islamico? Perché l’acqua e l’olio sono
immiscibili. Per quanto il potere cerchi di utilizzare lo stesso calderone (ad esempio le misure
antiterrorismo francesi sono state utilizzate per colpire anche chi voleva opporsi alla conferenza sul
clima, poche settimane dopo gli attentati del 14/11) per creare confusione di termini e significati,
chi lotta per distruggere il potere non potrà mai fondersi e confondersi con chi lotta per continuare
a perpetrarlo.
Quindi possiamo stare tranquilli nel nostro cercare di smascherare i meccanismi di governo e
produzione della merce culturale, quale è questo seminario, perché non cercheremo mai di fondare
e difendere uno Stato, un qualsiasi Stato, che quindi contribuisca a conservare la gerarchia, l’autorità
e le forme di potere. Infatti, per noi, come è da combattere l’IS, così è da combattere qualsiasi altro
Stato.
QUALCHE NEMICO DI OGNI POTERE

Grazie a Bucch per le segnalazioni.

martedì 16 febbraio 2016

Modena - Venerdì 19 Febbraio

c/o Spazio  Libertario Stella Nera  via Folloni 67

ORE 18 apericena benefit  per i telefoni.
ORE 21 serata di presentazione dei telefoni Viola di Piacenza e Reggio e del collettivo Artaud

una piccola iniziativa per riportare l'attenzione sulla pratica  antipsichiatrica che si continua a portare avanti.


Partendo dal totale rifiuto del giudizio psichiatrico abbiamo creato delle linee di ascolto che permettano alle persone di intraprendere percorsi di autodeterminazione, lontano dalla morsa  psichiatrica. Parleremo dei mille modi in cui l'istituzione psichiatrica impone il suo dominio sull esperienze soggettive delle persone, che sembra siano meno degne di esistere dell'esperienza di alienazione e individualismo imposta dal sistema dominante. Le linee sono totalmente autogestite nelle risorse umane e finanziarie e offrono un reale sostegno a chi si trova, o rischia di cadere, nei circoli viziosi della psichiatria. Attualmente sono operativi 5 Telefoni Viola che condividono pratiche ed esperienze per sostenere e informare le persone che sentono di volersi riscattare dalla condizione di "utente psichiatrico".

www.telefonoviola.org

martedì 9 febbraio 2016

12/02 Spazio Sociale La Boje - Mantova

VENERDI' 12 FEBBRAIO -
ore 19.30 bar aperto e aperitivo presso lo spazio sociale
ORE 21 Presentazione del libro "La critica psichiatrica" di Gabriele Crimella e dibattito con il Collettivo Antipsichiatrico Camuno http://collettivoantipsichiatricocamuno.blogspot.it/
e Gruppo Operatori Sociali Mantova


VENERDì 26 FEBBRAIO - 0RE 21
Spettacolo teatrale “FUORI LA LINGUA- PENSIERO BLOCCATO"

Alda Merini —Antonin Artaud — Sarah Kane”, una rappresentazione teatrale dedicata a tre bocche folli, di cui la società dei medici non sa che fare, se non infilarvi una pastiglia dietro l’altra: le loro lingue devono ammutolire e ingoiare il principio attivo della normalità forzata. I loro corpi devono essere bloccati, contenuti, passati con l’elettricità, umiliati.

“Teatro della favela” è un gruppo formato da Elena Zaglio, Donata Randon, Carlo Rossi, Gianluca Rebecchi e Gianluca Avanzati.  

 Laboje! - Via Chiesanuova 10 - Mantova

martedì 2 febbraio 2016

Zanzanù Mòla Mia!

 
 Se l'accettazione passiva del pensiero unico psichiatrico è la sola via percorribile. Se la condizione di persone "socialmente pericolose" è lecita così come è lecito quel marchio che potranno attribuirti dall'oggi al domani solo perché potenzialmente potresti essere dannoso ancora prima di aver commesso danni o reati. Se la malattia mentale esiste, va curata ed eliminata. Se ti senti malato perché c'è scritto nei manuali... Se sei tutto questo, forse è il momento di opporti a tutto questo. Non vogliamo più avere paura di noi stessi, lasciateci sognare con le mani ed il cuore liberi. E se aiutare, confortare e supportare qualcuno che si trovi in una condizione di fragilità sarà il nostro reato allora... Internateci tutti. Non avere paura sarà la nostra follia. Nessuna vita è indegna. Persone, non malati. Camap 
Dalle 18 presentazione del libro "La critica psichiatrica" di Gabriele e dibattito con il Collettivo Antipsichiatrico Camuno.
Dalle 22 concerto benefit per il Telefono Camap e per la causa contro l'Ospedale Niguarda con Rauchers, Ebola, Negot, Fiele, Statobrado.
 Dopo i concerti Irene La Merdica
 No Nazi No Spaccio No Vetro 
GIORNATA E CONCERTO RIMANDATI