sabato 28 novembre 2015

Pensieri divergenti


Vuoi rendere impossibile per chiunque opprimere un suo simile? 
Allora assicurati che nessuno possa possedere il potere
(Michail Bakunin)

Quello che è successo a Francesco Mastrogiovanni è un abuso ? Cioè un uso scorretto e incongruo di pratiche legittime perché previste da precise norme di legge (il TSO) e da raccomandazioni della conferenza stato/regione (la contenzione) ? Oppure è l'effetto ordinario di un'idea che trova legittimo, lecito e finanche necessario obbligare gli individui a modificare il proprio pensiero, le proprie idee sul mondo e il proprio comportamento quando questi risultino incomprensibili, intollerabili e/o semplicemente arrechino disturbo a chi sta accanto ?
Da essere umano e da anarchico, credo che Francesco Mastrogiovanni sottoscriverebbe l'idea che il TSO sia una forma di violenza e di oppressione legalizzata, esercitata dal potere psichiatrico sulla base delle leggi e del consenso collettivo. 
Non a caso ne rifiutava le "cure": cioè rifiutava la normalizzazione forzata fatta passare per terapia e il pensiero divergente fatto passare per malattia.
Anche nella morte e nonostante l'ondata di sdegno che si è levata in suo nome (e a sua memoria), Francesco resterebbe, con noi, dalla parte del torto, in posizione minoritaria, a rivendicare il suo/nostro diritto ad essere quelli che siamo.
La differenza fra la nostra/sua posizione divergente e il senso comune, sta nel fatto che noi da sempre avvertiamo e denunciamo la violenza insita nella cosiddetta "cura psichiatrica" , mentre la maggioranza convergente si attiva solo quando questa porta alla morte "fisica" di chi vi è sottoposto.
Viene da chiedersi: se non fosse morto Francesco, qualcuno avrebbe discusso sulla liceità o meno di quello che non è stato altro se non l'ennesimo trattamento sanitario obbligatorio emanato per garantirgli quello che chiamiamo ipocritamente "diritto alla cura" ? Se in quelle maledette 87 ore legato al letto fosse stato alimentato, idratato, controllato (così come prevede il protocollo) la sua contenzione sarebbe stata lecita, terapeutica, dignitosa ? Sono stati legittimi i suoi precedenti TSO ? E dignitose le contenzioni che lo hanno risparmiato ?
C'é tutta una retorica e una profonda ipocrisia dietro l'idea che il problema stia solo (o principalmente) in quelle porte chiuse dei reparti di psichiatria e che le cosiddette "porte aperte" possano essere un antidoto alla violenza, ai maltrattamenti o agli (ab)usi psichiatrici. E' certo vero che la cosiddetta società civile, in continuità con l'atteggiamento tenuto nei confronti dell'olocausto manicomiale,  finge di non sapere (o non vuole sapere),  ma è pur vero che i coatti psichiatrici continuano, senza soluzione di continuità, a denunciare, prima e dopo la 180, la violenza e l'oppressione di cui si sentono (sono) vittime. Inascoltati e considerati paranoici, così come sarà sembrato delirante Francesco Mastrogiovanni quando ha implorato i suoi "curatori" di non portarlo al reparto di Vallo della Lucania perché lì l'avrebbero ammazzato.
Pensare che ci siano degli psichiatri "cattivi" e poco coscienziosi, dediti a torturare i loro simili e una società civile pronta a intervenire per  tutelare i diritti delle sue vittime, è poco più che una mera illusione. La psichiatria è lo specchio delle nostre paure, dei nostri pregiudizi e gendarme del nostro ordine e della nostra normalità. Noi ne siamo i "mandanti" e, come tali, difficilmente possiamo davvero immedesimarci nelle vittime o garantirne il diritto a continuare a vivere, esistere e disturbare il nostro ordine mentale, familiare e sociale. Abbiamo bisogno di credere alla favola della "cura" psichiatrica; abbiamo bisogno di coprire la nostra intolleranza e la nostra violenza e di pensare che facciamo "tutto per il loro bene".
Pensare al contrario che ci siano psichiatri "buoni", capaci di imporre con il dialogo e il confronto "buone terapie" a chi non ritiene di essere malato e/o di averne bisogno, è una pura mistificazione. 
La legge 180, quando si tratta di cure psichiatriche e di persone diagnosticate come "malate di mente", deroga al diritto costituzionale del rifiuto delle cure garantito invece a tutti i cittadini. Non solo. La norma "obbliga" gli stessi operatori, al di là della loro sensibilità e/o convinzioni personali, a coartare la volontà degli individui e a limitarne la libertà se non vogliono essi stessi essere chiamati a rispondere di questa omissione. L'obbligo, non solo annulla qualsiasi velleità terapeutica, ma crea una spirale di violenza che lega indissolubilmente vittime, carnefici e mandanti.
L'art. 32 della Costituzione ("Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge"), garantisce i cittadini non tanto (o solo) da interventi sanitari invasivi, inutili o dannosi, ma anche (e soprattutto) da quelli ritenuti utili, efficaci e/o necessari. 
Pensare che vada abolita la contenzione meccanica, senza agire sull'obbligo delle cure, non cambia la sostanza della questione. Essere "legati" chimicamente, se pure ai nostri occhi sensibili può sembrare il "male minore", non sposta la natura e la condizione di soggezione e oppressione in cui gli utenti involontari sono costretti a vivere (e a morire socialmente, psicologicamente e fisicamente).
Fa una certa impressione pensare che alcuni fra quelli che appoggiano la campagna per rendere giustizia (ma soprattutto verità) a Francesco Mastrogiovanni, si riconoscano nella legge 180 e continuino a definire il TSO come un istituto di garanzia mirato a garantire a tutti i cittadini il diritto alle cure. Suona offensivo e irrispettoso della sua radicalità umana e ideale, che si continui ad invocare in suo nome trattamenti umani e porte aperte, invece di chiedere il riconoscimento della libertà di scelta come diritto soggettivo direttamente esigibile da ciascun individuo (e non come concessione liberale da parte dello psichiatra "buono"). 
Il problema non è, né può essere, quello o quell'altro psichiatra o reparto di psichiatria. Il problema è la psichiatria stessa o, per dirla con Bakunin, il potere che essa esercita senza controllo sulle nostre vite. 
Non dico, né credo, che Mastrogiovanni (o Andrea Soldi) avessero necessariamente ragione nel rifiutare le "cure". Credo che ne avessero tutto il diritto e credo, soprattutto, che se se ne vuole rispettare la verità e onorare il sacrificio (anch'esso involontario come il trattamento), allora bisogna disarmare la psichiatria dal potere di costringere le persone a sottoporsi alle sue diagnosi e alle sue cure (buone o cattive che siano). 
Giuseppe Bucalo
fonte: www.giuseppebucalo.com

mercoledì 25 novembre 2015

SABATO 5 DICEMBRE C.S.A KAVARNA -⁠⁠CREMONA

BENEFIT TELEFONO VIOLA
Linea d'ascolto contro gli abusi della psichiatria
Linea d'ascolto per liberarsi dalla morsa psichiatrica

La finalità di questo benefit è sostenere le spese legali di chi ha
recentemente intentato causa all'ospedale NIGUARDA(Mi), impugnando i
ripetuti T.S.0(trattamenti sanitari obbligatori) che vennero disposti a
suo carico, allo scopo di piegarne la resistenza.
Si rammenta che nel 2011 il Telefono Viola di Milano presentò al
procuratore della repubblica un esposto di denuncia riguardo a 18 casi
di persone morte o gravemente danneggiate a seguito di ricovero presso
il reparto psichiatrico di Niguarda.

CHI HA IL CORAGGIO DI ALZARE LA TESTA DIFRONTE ALLE VIOLENZE DELLA MORSA
PSICHIATRICA VA SOSTENUTO CONCRETAMENTE!
NON LASCIAMOLI SOLI!
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-⁠⁠ HOSTILITER  Crust da Viterbo
-⁠⁠ EBOLA       Brescia Ultracore Bastards
-⁠⁠ RAUCHERS    Gardaland Fastcore
-⁠⁠ ECO         Hc da Milano


materiale informativo e cibo vegan

presso il C.S.A KAVARNA -⁠⁠ via Maffi 2 -⁠⁠ CREMONA
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TELEFONO VIOLA -⁠⁠ Piacenza
www.telefonoviolapiacenza.blogspot.it

NUOVO SITO DEI TELEFONI VIOLA ATTIVI IN ITALIA
www.telefonoviola.tracciabi.li

domenica 22 novembre 2015

IL RICATTO ECONOMICO DELLA PSICHIATRIA...


"con il breve scritto che trovate sotto intendiamo aprire e stimolare una discussione sulla
necessità di sostenere a livello economico, legale, politico e sociale le persone che denunciano gli abusi subiti dalla psichiatria."
IL RICATTO ECONOMICO DELLA PSICHIATRIA
Richiesta di supporto economico a chi ha deciso di liberarsi dalla morsa psichiatrica.
Nel dibattito interno ai telefoni viola, da tempo si profila la necessità di affrontare con spirito critico i limiti oggettivi che il nostro intervento sul campo evidenzia. L'aspetto spinoso, del quale vorremmo parlare in questo documento, è un deficit strutturale di risorse utili ad affrontare con strumenti efficaci l'isolamento di chi è istituzionalizzato/a. 
Talvolta, la solitudine è una condizione che funge da sintomo per un certo interventismo psichiatrico, spesso ne è tuttavia un effetto collaterale. Riteniamo dunque, un passaggio fondamentale poter sostenere concretamente quanti/e intendano intraprendere un percorso di emancipazione dal giogo psichiatrico, attraverso la piena affermazione dei propri diritti.
Possibilità che sfuma in quei contesti in cui l'accessibilità ad un adeguato supporto legale diventa una chimera. 
Il dispositivo di cui si servono i servizi territoriali, per scoraggiare questi percorsi di liberazione, è il ricatto economico. 
Alla loro famigerata e parassitaria avidità, ben sintetizzata dalla figura dell'amministratore di sostegno, si somma il legame di dipendenza finanziario che intercorre tra servizi e pazienti, conseguenza concreta e diretta dei piani terapeutici approntati dai vari distretti. 
In tempo di crisi la psichiatria sembra offrire un lavoro e un'opportunità di reinserimento sociale. Peccato però che lavoratori e lavoratrici di questo committente non percepiscano un salario utile a sostenere il proprio percorso di autonomia, bensì un rimborso per comprarsi un pacchetto di sigarette...Trattasi evidentemente di sfruttamento lavorativo.
Alla luce di quanto sopra, occorre intraprendere battaglie legali orientate a: favorire delle ricadute positive nella quotidianità di chi sostiene e resiste alla pressione dei servizi psichiatrici; delegittimare la letteratura clinica quale strumento persecutorio rivolto a chi vive una quotidianità condizionata da uno stato d'eccezione permanente; promuovere una discussione pubblica che affronti l'argomento con un approccio multidisciplinare, capace di ispirare pensieri e prassi critiche nei confronti della cultura psichiatrica, da un punto di vista tecnico/professionale, quanto da un punto di vista politico e popolare. 
Crediamo inoltre che per corrodere l'architrave psichiatrica sia necessaria una "proliferazione batterica" della lotta, frutto di una consapevolezza diffusa a tutti i livelli del panorama sociale. 
E' necessario creare dei precedenti in ambito normativo, per aprire la strada ad altri percorsi di emancipazione ed accedere con più facilità a condizioni di vita migliori. La lotta contro la psichiatria riguarda tutte quelle persone che immaginano una società migliore, ma evidentemente per qualcuno/a il contenzioso è più stringente e dall'esito spietato. Diventa dunque un imperativo non lasciarli/e soli/e.
Non è una questione di visibilità, ma di concretezza.   
La cultura psichiatrica è molto più presente nel nostro immaginario di quanto si possa credere. Spesso sono i comportamenti, le scelte, le  parole che ne intensificano la sua operatività. Possiamo anche elaborarne una narrazione critica o farne la demonizzazione, ma per liberarcene definitivamente occorre  pensare come soggetti politici attivi quanti/e continuano ad essere definiti matti, psicopatici, utenti piuttosto che vittime. La psichiatria non è una minaccia che incombe su tutti/e, ma solo su coloro che quotidianamente ne sperimentano l'ingerenza nella propria quotidianità. Non essere indifferenti verso la psichiatria, vuol dire saperne intravedere l'insidia nelle singole esperienze personali e non su un piano astratto.
Con questo testo vorremmo lanciare, attraverso la rete informatica ed il passaparola, un appello rivolto a quelle realtà o singolarità politiche, volontaristiche e associative che affrontano il tema, affinché si possa condividere quanto fin qui trattato. Nello specifico, invitiamo ogni singolo destinatario di questo testo a collaborare come meglio crede per reperire competenze tecniche e artistiche, risorse materiali, economiche e organizzative utili ad invertire la tendenza registrata. 
"Un percorso di lotta intende realizzare le condizioni utili ad incidere socialmente e politicamente ad un mutamento collettivo e radicale di un determinato modo di operare delle istituzioni e della visione rispetto al modo di concepirle.
La battaglia non psichiatrica  comprende intervenire sull'operato istituzionale e sulle pratiche di violenza, detenzione, tortura e omicidio, come sulla realtà attuale di controllo sociale e stato di polizia, che ha assegnato alle istituzioni psichiatriche un potere enorme esercitato attraverso attività illegali, talune negate dai più e dalle istituzioni stesse, patrimonio dell'informazione scientifica e della stessa ricerca.
Intervenire in tale direzione comprende intentare causa alle strutture psichiatriche sgretolando tali istituzioni, le loro pratiche violente ed assassine ed al contempo modificare la visione collettiva e dello stesso detenuto di psichiatria rispetto al pregiudizio ed alla possibilità concreta di realizzare un percorso di lotta volta all'emancipazione individuale e collettiva. Intervenire sulle istituzioni per condizionarne l'operato di abuso, violenza inquisizione e tortura, nel senso di un'inversione dei rapporti di forza, al fine di una reale presa di coscienza rispetto al proprio stato, diventando da soggetto passivo a soggetto attivo.(...) Chiedo un sostegno economico, dato che in seguito ai T.S.O. subiti ho perso il posto di lavoro e di recente ho dovuto sostenere una nuova causa perché intendevano sfrattarmi, servendosi delle cattive condizioni economiche delle quali si sono resi causa."
Infine, vorremmo specificare la richiesta di aiuto a tutti/e quegli artisti che fossero interessati a collaborare per presentare al consiglio di zona di Milano, la richiesta di utilizzo di spazi pubblici, presso i quali organizzare eventi di autofinanziamento. 
Telefono Viola Bergamo
Telefono Viola Piacenza
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud Pisa
Per info e contatti:
antipsichiatriapc@autistici.org

lunedì 16 novembre 2015

Mercoledì 18 novembre - Castiglione delle Stiviere - Arci Dallò

Presentazione libro "La critica psichiatrica nelle opere di Szasz e Foucault" con Crimella Gabriele


 La lettura delle opere di Foucault e di Szasz viene qui proposta per aprire una riflessione sulla teoria e soprattutto sulla pratica psichiatrica. L'attenzione è posta sulla critica delle basi epistemologiche di questa scienza, che a differenza delle altre branche della medicina opera in assenza di riscontri biologici nella maggior parte delle sue diagnosi, e sulle istituzioni psichiatriche. Di queste ultime, luoghi come i manicomi e gli ospedali psichiatrici giudiziari o dispositivi come il trattamento sanitario obbligatorio e la contenzione farmacologica, viene messo in evidenza il carattere meramente coercitivo, a partire dal "grande internamento" analizzato da Foucault. Si considera inoltre il ruolo della psichiatria, come denunciato da Szasz, nella tendenza a patologizzare l'intera gamma dei comportamenti umani a scopi di controllo sociale. A fronte di queste analisi, l'Autore prospetta una visione olistica del problema della malattia mentale, promuovendo all'interno della psichiatria un dialogo che apra ad una concezione bioetica dell'individuo.

Un momento di incontro e discussione proposto dal collettivo antipsichiatrico camuno

Inizio ore 21.00

https://www.facebook.com/events/865949520192780/
https://www.facebook.com/arcidallo/

sabato 7 novembre 2015

14 Novembre Villa Vegan


Il CAMAP (Collettivo Antipsichiatrico Camuno) propone nelle sue serate una riflessione teorica, affiancata al racconto diretto dell’esperienza di chi ha subito la violenza del sistema psichiatrico; non ultima l'oppressione femminile/omosex punta di diamante della psichiatria attraverso gli anni e tuttora presenti. Il tutto in un’ottica di serietà e competenza.

Siamo attivi ormai da tempo con un blog (collettivoantipsichiatricocamuno.blogspot.it), serate a tema, Telefono Camap in sostegno alle vittime della psichiatria, incontri, cortei, libri e produzioni artistiche di vario tipo. Siamo infatti convinti che se da una parte il requisito fondamentale per affrontare una materia così delicata è la preparazione teorica, dall’altra è necessario allo stesso modo dare libertà di espressione a quella parte del mondo che i più considerano folle, malata, matta, ecc. ecc.

Nella serata che vi proponiamo sarà dunque presente un momento di presentazione del nostro Collettivo, di quali sono i nostri obiettivi, delle basi teoriche da cui partono le nostre critiche (principalmente l’opera di Szasz e Foucault) e delle nostre produzioni artistiche (libri, dischi, fanzine, ecc.). Sarà presente alla serata anche chi ha subito in prima persona gli abusi del sistema psichiatrico, donandoci la testimonianza di uno spaccato di quella che è considerata medicina, ma in realtà è oppressione.

...VISTO DA VICINO NESSUNO E' PSICHIATRICO... 

Dalle 17 presentazione del libro ''La Critica Psichiatrica'' di Gabriele del Collettivo Antipsichiatrico Camuno (www.collettivoantipsichiaricocamuno.blogspot.it)
A seguire cene e dalle 22 benefit per Croce Nera Anarchica e Telefono Camap con

Contrasto (HC punk legends) www.contrastohc.com
Ebola (Ultracore Bastards) www.ebolaultracore.altervista.org
Rauchers (Fastcore Gardaland) www.rauchershc.bandcamp.com
NoChappi?Borgeois! (Militant Words) https://soundcloud.com/no-chappi-bourgeois
ECO (Parole Veloci) www.ecoparoleveloci.bandcamp.com

14 NOVEMBRE 2015 Villa Vegan Occupata, Milano

domenica 1 novembre 2015

Fra diagnosi e peccato - La discriminazione secolare nella psichiatria e nella religione

Un approfondimento del legame fra la disciplina psichiatrica e gli ambiti religiosi, che fa emergere la pianificata incoerenza fra gli intenti dichiarati e la prassi reale: l’amministrazione di un’esclusione sociale fondata sul controllo ed il profitto. Il concetto di “norma comportamentale” viene utilizzato per sancire ogni devianza, declinandola sui peccati e sulle diagnosi. Verranno illustrate le esperienze eccezionali di chi ha saputo resistere, di chi non ha accettato l’annientamento della propria volontà. La volontà di ricostruire una memoria cancellata dai timbri maschili darà voce a un coro femminile che ridipingerà contesti storici e pensieri scomodi.
http://www.mondadoristore.it/img/diagnosi-peccato-Chiara-Gazzola/ea978885752633/BL/BL/12/NZO/?tit=Fra+diagnosi+e+peccato.+La+discriminazione+secolare+nella+psichiatria+e+nella+religione&aut=Chiara+Gazzola
 
L’analisi dà rilievo alle esperienze femminili ed è completata dall’intervista ad un sacerdote esorcista e dalle conversazioni con il medico Giorgio Antonucci e l’antropologa Michela Zucca.