Nuove frontiere di controllo sociale.
Il figlio minorenne partecipa a volantinaggi contro il TAV in Val di Susa. I genitori vengono convocati dai servizi sociali (senza che nessun reato sia stato commesso).
Tratto da Repubblica – Angela Lano è una giornalista e vive a Sant’Ambrogio, in bassa Val Susa. Due anni fa era su una delle navi di Freedom Flotilla, la spedizione di aiuti umanitari per la Striscia di Gaza, che venne bloccata dalla marina militare israeliana. Suo figlio è uno dei minorenni No Tav segnalato ai servizi sociali dalla Procura dei minori di Torino. Lei quindi dovrà presentarsi all’assistente sociale per spiegare i motivi per cui il ragazzo si trovava a distribuire volantini No Tav durante una manifestazione, il 28 settembre a Susa.
Signora Lano, quando ha ricevuto la lettera dai servizi sociali che cosa ha pensato?
“Sono rimasta molto perplessa. Anch’io da adolescente partecipavo a manifestazioni, ma mai nessuno si sarebbe sognato di chiedere ai genitori un incontro con l’assistente sociale”.
Andrete all’incontro?
“Certamente. L’assistente sociale mi ha spiegato che la questione riguarda la partecipazione di mio figlio ad un presidio con striscioni e volantinaggio davanti alla Banca Sanpaolo di Susa. Erano stati identificati dalle forze dell’ordine, erano due o tre ragazzi. tutto è stato girato alla Procura, che ha chiesto questo intervento”.
Da madre, che cosa ne pensa?
“La mia perplessità nasce dal fatto che durante quel presidio non sono stati compiuti reati, altrimenti avremmo già ricevuto denunce. Ma far leva su presunti disagi famigliari dei figli di No Tav, è assurdo. Puntare sui servizi sociali per cercare di colpire il movimento è inaccettabile. E soprattutto preoccupante.
Perché?
“Tutto questo mi ricorda le dittature dell’America Latina negli anni ’80. Mi fa pensare a quel famoso film argentino “La notte delle matite spezzate”, dove si racconta del regime che arrestava e perseguitava gli adolescenti che manifestavano per i diritti civili. Parecchi figli di No Tav hanno genitori che hanno studiato, che fanno parte di una élite intellettuale in Val Susa, e che gli hanno trasmesso certi valori”.
Quali valori?
“Quelli della libertà, dell’azione a favore dei diritti dei popoli oppressi. Mio figlio si è nutrito di queste idee fin da piccolo, e gli ho sempre insegnato ad occuparsi del mondo, e di ciò che avviene attorno a lui”
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Ha paura che le tolgano il figlio?
“Non sono spaventata, perché lui vive in Brasile con il padre. Sono sicura che non accadrà nulla di questo. Ma sono preoccupata per il peggioramento del clima politico e dello stato di diritto. Proprio due anni fa un parlamentare del Pdl propose di togliere i figli ai No Tav che li avessero portati a manifestare, e adesso ci troviamo queste convocazioni. Vogliono colpire quello che a noi è più caro, i figli e la famiglia, per fermare il movimento”.
http://www.notav.info/post/intervista-ad-angela-lano-mamma-notav-sulla-convocazione-ai-servizi-sociali/
XXX
1 commento:
Ipotizziamo un finale diverso: il figlio non si presenta al colloquio con l'assistente sociale. Scatta una segnalazione e il probabile intervento dei carabinieri. A seguire valutazione psichiatrica che certamente troverà un qualche tipo di problema a livello comportamentale. Fantascienza? Fantapolitica? Forse...o forse no...
Veronika
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