Ecco un elenco delle domande che ipoteticamente potreste rivolgere al vostro psichiatra di fiducia, sempre che lui abbia voglia di rispondervi...
1. Ha mai pensato che nei casi di crisi psicotica acuta sia possibile trovare un'alternativa al TSO?
2. Per quale motivo l'esempio di Trieste viene ignorato dal resto della psichiatria italiana?
3. A corollario della seconda domanda, per quale ragione lì il TSO non viene mai effetuato?
4. Perchè nessuno spiega i diritti del "malato" nel momento in cui viene preso in carico dal servizio? E se la persona non è capace di ragionare in quel momento, perchè non vengono illustrati ai suoi famigliari?
5. Per quale motivo la legge prevede un periodo massimo di 72 ore di TSO, salvo l'esplicito assenso alle cure del paziente, ma questo viene sempre superato per vari motivi?
6. Chi ha stabilito che deve sempre essere uno psichiatra a capo del dipartimento di igiene mentale?
7. Dichiarate la psichiatria una scienza medica, ma non sapete curare le persone, solo diminuire i sintomi e crearne degli altri come effetto collaterale. Allora perchè vi definite medici?
8. Non è sospetto il fatto che gli psicofarmaci di "nuova generazione" vengano prodotti sempre quando scade il vecchio brevetto delle case farmaceutiche?
9. Se l'omosessualità era una malattia fino agli anni 90 (vedi DSM III) e ora non lo è più (vedi DSM V) grazie alle proteste di varie associazioni che si battono per i diritti umani, può essere lecito il dubbio che il vostro ruolo sia solo quello di far rispettare l'ordine sociale impartito dall'alto?
10. Ti è mai stato praticato un TSO? Sai cosa vuol dire subire certe pratiche coercitive? Puoi immaginare cosa significhi risvegliarsi e non essere più sé stessi?
E ce ne sarebbero mille altre ancora, ma la nostra speranza è questo post insinui il dubbio in almeno una persona, meglio ancora se un medico psichiatra...
Veronika
1 commento:
Interessante. Io nella testa ho insinuato di tutto. Forse ci vediamo. Dipende dalla luce in fondo al tunnel.
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