mercoledì 27 febbraio 2013
Diagnosi, esperienza, identità
L'8 marzo 2013, a Lovere, auditorium di Villa Milesi, h 20:30
L'associazione LiberaMente organizza un incontro sul tema:
Diagnosi, esperienza, identità: i tre volti della malattia psichiatrica.
Enrico Valtellina e Giuseppe Vadalà, ricercatori in disability studies, incontrano Igor Salomone, pedagogista e scrittore
Ingresso libero
domenica 24 febbraio 2013
Domenica 10 Marzo alle ore 20.45 al Kag di Pisogne Magda Guia Cervesato presenterà il suo testo "TSO, un'esperienza in reparto psichiatria" edito da Sensibili alle foglie.
“L’inganno maggiore di questo sistema sta nel credere che un TSO duri in fondo solo sette giorni, o quattordici nel caso peggiore; e nel pensare che, sì, in effetti è un sequestro di persona legalizzato, ma in fondo, che cosa sono pochi giorni in confronto ai decenni in cui la gente veniva rinchiusa in manicomio prima della 180? La verità, mia cara, è che il Trattamento Sanitario Obbligatorio implica una coatta presa in carico della persona da parte dei Servizi di salute mentale del territorio che può durare per decenni. Una volta entrato in questo meccanismo infernale, una volta bollato con l’infamia della malattia mentale, il paziente vi rimane invischiato a vita, costretto a continue visite psichiatriche e soprattutto, a trattamenti con farmaci che lo rendono un manicomio ambulante”. Queste parole, che la Signora Saggia scambia con l’autrice, denunciano con chiarezza le implicazioni sociali del giudizio psichiatrico nell’Italia di oggi. E invitano tutti noi a riflettere, mentre percorriamo con l’autrice gli ambienti del reparto psichiatrico di un qualunque ospedale di provincia.
“L’inganno maggiore di questo sistema sta nel credere che un TSO duri in fondo solo sette giorni, o quattordici nel caso peggiore; e nel pensare che, sì, in effetti è un sequestro di persona legalizzato, ma in fondo, che cosa sono pochi giorni in confronto ai decenni in cui la gente veniva rinchiusa in manicomio prima della 180? La verità, mia cara, è che il Trattamento Sanitario Obbligatorio implica una coatta presa in carico della persona da parte dei Servizi di salute mentale del territorio che può durare per decenni. Una volta entrato in questo meccanismo infernale, una volta bollato con l’infamia della malattia mentale, il paziente vi rimane invischiato a vita, costretto a continue visite psichiatriche e soprattutto, a trattamenti con farmaci che lo rendono un manicomio ambulante”. Queste parole, che la Signora Saggia scambia con l’autrice, denunciano con chiarezza le implicazioni sociali del giudizio psichiatrico nell’Italia di oggi. E invitano tutti noi a riflettere, mentre percorriamo con l’autrice gli ambienti del reparto psichiatrico di un qualunque ospedale di provincia.
venerdì 22 febbraio 2013
Dieci domande da rivolgere al tuo psichiatra di fiducia!
Ecco un elenco delle domande che ipoteticamente potreste rivolgere al vostro psichiatra di fiducia, sempre che lui abbia voglia di rispondervi...
1. Ha mai pensato che nei casi di crisi psicotica acuta sia possibile trovare un'alternativa al TSO?
2. Per quale motivo l'esempio di Trieste viene ignorato dal resto della psichiatria italiana?
3. A corollario della seconda domanda, per quale ragione lì il TSO non viene mai effetuato?
4. Perchè nessuno spiega i diritti del "malato" nel momento in cui viene preso in carico dal servizio? E se la persona non è capace di ragionare in quel momento, perchè non vengono illustrati ai suoi famigliari?
5. Per quale motivo la legge prevede un periodo massimo di 72 ore di TSO, salvo l'esplicito assenso alle cure del paziente, ma questo viene sempre superato per vari motivi?
6. Chi ha stabilito che deve sempre essere uno psichiatra a capo del dipartimento di igiene mentale?
7. Dichiarate la psichiatria una scienza medica, ma non sapete curare le persone, solo diminuire i sintomi e crearne degli altri come effetto collaterale. Allora perchè vi definite medici?
8. Non è sospetto il fatto che gli psicofarmaci di "nuova generazione" vengano prodotti sempre quando scade il vecchio brevetto delle case farmaceutiche?
9. Se l'omosessualità era una malattia fino agli anni 90 (vedi DSM III) e ora non lo è più (vedi DSM V) grazie alle proteste di varie associazioni che si battono per i diritti umani, può essere lecito il dubbio che il vostro ruolo sia solo quello di far rispettare l'ordine sociale impartito dall'alto?
10. Ti è mai stato praticato un TSO? Sai cosa vuol dire subire certe pratiche coercitive? Puoi immaginare cosa significhi risvegliarsi e non essere più sé stessi?
E ce ne sarebbero mille altre ancora, ma la nostra speranza è questo post insinui il dubbio in almeno una persona, meglio ancora se un medico psichiatra...
Veronika
1. Ha mai pensato che nei casi di crisi psicotica acuta sia possibile trovare un'alternativa al TSO?
2. Per quale motivo l'esempio di Trieste viene ignorato dal resto della psichiatria italiana?
3. A corollario della seconda domanda, per quale ragione lì il TSO non viene mai effetuato?
4. Perchè nessuno spiega i diritti del "malato" nel momento in cui viene preso in carico dal servizio? E se la persona non è capace di ragionare in quel momento, perchè non vengono illustrati ai suoi famigliari?
5. Per quale motivo la legge prevede un periodo massimo di 72 ore di TSO, salvo l'esplicito assenso alle cure del paziente, ma questo viene sempre superato per vari motivi?
6. Chi ha stabilito che deve sempre essere uno psichiatra a capo del dipartimento di igiene mentale?
7. Dichiarate la psichiatria una scienza medica, ma non sapete curare le persone, solo diminuire i sintomi e crearne degli altri come effetto collaterale. Allora perchè vi definite medici?
8. Non è sospetto il fatto che gli psicofarmaci di "nuova generazione" vengano prodotti sempre quando scade il vecchio brevetto delle case farmaceutiche?
9. Se l'omosessualità era una malattia fino agli anni 90 (vedi DSM III) e ora non lo è più (vedi DSM V) grazie alle proteste di varie associazioni che si battono per i diritti umani, può essere lecito il dubbio che il vostro ruolo sia solo quello di far rispettare l'ordine sociale impartito dall'alto?
10. Ti è mai stato praticato un TSO? Sai cosa vuol dire subire certe pratiche coercitive? Puoi immaginare cosa significhi risvegliarsi e non essere più sé stessi?
E ce ne sarebbero mille altre ancora, ma la nostra speranza è questo post insinui il dubbio in almeno una persona, meglio ancora se un medico psichiatra...
Veronika
sabato 16 febbraio 2013
KAG - 14 Marzo 2013
Non venire per giudicare/predicare. Non venire per sputare
sentenze. Non venire a rompere il cazzo. Ci sono tanti altri posti in
Valcamonica dove poter sfoggiare machismo e sciovinismo; vai pure in questi
locali se pensi di utilizzare il Kag come un contenitore dove sfogare e
riversare le tue frustrazioni settimanali o fare colpo sulla tua ragazza.
Programma:
ore 19: cena crudista: volendo potrai prendere un piatto da
provare anche nel corso della serata. Non vogliamo convincere/costringere
nessuno a diventare crudista, però è giusto che si conoscano anche queste
realtà.
Il Crudismo vegano o Crudiveganismo è un regime alimentare e
stile di vita che prevede di cibarsi per la maggior parte di vegetali crudi,
dove per crudi si intende che non siano stati sottoposti ad un riscaldamento
oltre i Chi segue quest’alimentazione tende ad evitare o a limitarsi nel consumo di cibo sottoposto ai classici sistemi di cottura.
Il cibo elettivo del vegano-crudista comprende frutta, verdura, ortaggi, frutta seccata naturalmente al sole, noci e semi, ed il più possibile di origine biologica. Il crudiveganismo a differenza del crudismo non prevede il consumo di prodotti e derivati animali, come carne, uova o latte crudo.
In Italia e nel mondo il crudiveganismo si sta sviluppando fra gruppi di persone che applicano questo modo di nutrirsi, discutendone e scambiandosi esperienze tramite siti, social network e raduni. Il crudiveganismo è solitamente una conseguenza del veganismo, infatti la maggior parte di coloro che si avvicinano a questo stile alimentare sono già vegane (non si cibano e non utilizzano prodotti animali e loro derivati).
Il crudiveganismo può essere considerato come un modo molto naturale ed ecologico di alimentarsi poiché:
■non prevede cottura quindi non si usa energia elettrica o
gas.
■Il cibo si può acquistare anche senza imballaggi
direttamente dal fruttivendolo o dal produttore azzerando così la produzione di
rifiuti secchi.
Nel corso della serata:
Infopoint camap : materiale informativo del Collettivo
Antipsichiatrico Camuno. A disposizione per domande, informazioni, chiacchiere
generali.
Mostra fanzine : giornalini autoprodotti di diffusione del
circuito punx/diy provenienti da tutto il mondo. Consultabili,scambiabili o
comprabili.
Ore 20: apre la serata...
N.A.N.A. anarco cantautrice da Pescara
a seguire...
ORDIGNO hc punk scheggione da Verona
ARTERIA Hc sparato con stile da Vicenza
VIOLENT CUNTS Chaos punx Novara in continua evoluzione
ULTERIORI Hc legend dall'Abruzzo
biografie:
N.A.N.A: cantautrice pescarese con testi anarcopunk. Da
segnalare due bellissime cover di Kina e Wretched.Gli Ordigno HC sono un gruppo Hardcore Punk di Verona, o un paesino là vicino insomma.
Nascono nell’ottobre 2007 dopo che Nik (chitarra) e Salza (batteria) strimpellando in cantina decisero di creare qualcosa di concreto. Così si aggiunse Edo al basso per completare l’opera. Ma si sentiva l’esigenza di trovare una voce protagonista e subentrò Fagio a definire l’identità definitiva degli Ordigno HC. Nell’aprile 2009 subentra Ganja (bassista dei Crossing Step) che da sonorità più vicine all’Hardcore italiano rispetto a quelle californiane precedenti. Il genere quindi si spinge verso un sound più aggressivo e violento aggiungendo all’ hardcore degli stacchi grind.
Arteria:Da quel di Vicenza gli oramai ex
A.C.M./Ferox/Milizia HC cambiano nome ma non formazione, per fondare questa
nuovo combo spaccaossa, dedita ad un hardcore veloce e furioso, dalle chitarre
thrashcore.
Violent Cunts: attivi dal 2007 ispirati al Gutter Punk,
D-beat-, Crustcore. Con Mancio - Vokills,Tal - Disdrummer,Fibro - Low
freqzzzzz,Ale - Machinegun. Il tutto sparato a tutto chaos da Novara e zone
limitrofe.
Ulteriori: Attivi dai primi anni 2000.Musica compatta,
secca, che lascia poco all'immaginazione: ci troviamo dinanzi a una sintesi
perfetta tra l'old school piu' ignorante (e che sia chiaro, qui l'ignoranza non
puo' che far piacere) e vecchie reminescenze metalliche; frequentemente il
ritmo folle della batteria viene rallentato per lasciare spazio a sonorita'
piu' marcate, altre volte invece spuntano riff che odorano di metal e che
finiscono per evolversi in una esplosione di energia. Gli Ulteriori sanno come
dosare gli ingredienti ed i risultati sono ottimi.
La parole dei brani risuonano nella testa come dei dardi
infuocati. Poetiche ma non troppo, bisogna essere diretti, sinceri.
Tematiche sociali e personali; l'esasperazione del mondo che
esonda di menefreghismo unisce la trama, fino a fornire un quadro chiaro di
quello che il gruppo vuole esprimere.
Attualmente in tour in tutta Italia.
dopo i concerti:
Discotrash all night long a cura di DJ Beppe Miami: Nina
Hagen incontra i Los Lobos (e non ve li mette gli Skruigners).
martedì 12 febbraio 2013
Nuove frontiere di controllo sociale.
Il figlio minorenne partecipa a volantinaggi contro il TAV in Val di Susa. I genitori vengono convocati dai servizi sociali (senza che nessun reato sia stato commesso).
Tratto da Repubblica – Angela Lano è una giornalista e vive a Sant’Ambrogio, in bassa Val Susa. Due anni fa era su una delle navi di Freedom Flotilla, la spedizione di aiuti umanitari per la Striscia di Gaza, che venne bloccata dalla marina militare israeliana. Suo figlio è uno dei minorenni No Tav segnalato ai servizi sociali dalla Procura dei minori di Torino. Lei quindi dovrà presentarsi all’assistente sociale per spiegare i motivi per cui il ragazzo si trovava a distribuire volantini No Tav durante una manifestazione, il 28 settembre a Susa.
Signora Lano, quando ha ricevuto la lettera dai servizi sociali che cosa ha pensato?
“Sono rimasta molto perplessa. Anch’io da adolescente partecipavo a manifestazioni, ma mai nessuno si sarebbe sognato di chiedere ai genitori un incontro con l’assistente sociale”.
Andrete all’incontro?
“Certamente. L’assistente sociale mi ha spiegato che la questione riguarda la partecipazione di mio figlio ad un presidio con striscioni e volantinaggio davanti alla Banca Sanpaolo di Susa. Erano stati identificati dalle forze dell’ordine, erano due o tre ragazzi. tutto è stato girato alla Procura, che ha chiesto questo intervento”.
Da madre, che cosa ne pensa?
“La mia perplessità nasce dal fatto che durante quel presidio non sono stati compiuti reati, altrimenti avremmo già ricevuto denunce. Ma far leva su presunti disagi famigliari dei figli di No Tav, è assurdo. Puntare sui servizi sociali per cercare di colpire il movimento è inaccettabile. E soprattutto preoccupante.
Perché?
“Tutto questo mi ricorda le dittature dell’America Latina negli anni ’80. Mi fa pensare a quel famoso film argentino “La notte delle matite spezzate”, dove si racconta del regime che arrestava e perseguitava gli adolescenti che manifestavano per i diritti civili. Parecchi figli di No Tav hanno genitori che hanno studiato, che fanno parte di una élite intellettuale in Val Susa, e che gli hanno trasmesso certi valori”.
Quali valori?
“Quelli della libertà, dell’azione a favore dei diritti dei popoli oppressi. Mio figlio si è nutrito di queste idee fin da piccolo, e gli ho sempre insegnato ad occuparsi del mondo, e di ciò che avviene attorno a lui”
.
Ha paura che le tolgano il figlio?
“Non sono spaventata, perché lui vive in Brasile con il padre. Sono sicura che non accadrà nulla di questo. Ma sono preoccupata per il peggioramento del clima politico e dello stato di diritto. Proprio due anni fa un parlamentare del Pdl propose di togliere i figli ai No Tav che li avessero portati a manifestare, e adesso ci troviamo queste convocazioni. Vogliono colpire quello che a noi è più caro, i figli e la famiglia, per fermare il movimento”.
http://www.notav.info/post/intervista-ad-angela-lano-mamma-notav-sulla-convocazione-ai-servizi-sociali/
XXX
domenica 10 febbraio 2013
PPSE
Potenziali eccitatori,
Post sinaptici,
Omologazione dettata da amminoacidi,
Neuroni inibiti ora funzionanti,
Normalità testata su cavie,
Degrado controllato.
Thanks to Ebola.
Veronika
giovedì 7 febbraio 2013
Il corridoio della paura
Samuel Fuller è sempre stato un regista scomodo. Ha affrontato quasi tutti i generi cinematografici, spesso con un tocco marcatamente polemico: proprio per questo verrà cacciato dagli Stati Uniti con l'accusa di "comunismo" e finirà i suoi giorni in Francia.
Ciò che ci interessa di questo artista è però una delle sue opere più famose, quel "corridoio della paura" che per la prima volta (credo) nella storia del cinema insinua il sospetto nello spettatore che sia l'istituto manicomiale stesso a creare la cosiddetta "pazzia".
...e stiamo parlando di un film del 1963...
Veronika
Ciò che ci interessa di questo artista è però una delle sue opere più famose, quel "corridoio della paura" che per la prima volta (credo) nella storia del cinema insinua il sospetto nello spettatore che sia l'istituto manicomiale stesso a creare la cosiddetta "pazzia".
...e stiamo parlando di un film del 1963...
Veronika
martedì 5 febbraio 2013
sabato 2 febbraio 2013
"Depressione"
C’è stato un tempo – e non erano secoli fa – in cui le persone non si
sentivano la «depressione» nelle ossa, in cui i centri per il controllo delle
malattie non definivano la depressione «il comune raffreddore della malattia
mentale», in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità non sosteneva che
la depressione fosse «la maggiore causa di disabilità … e il quarto fattore che
contribuisce alla spesa globale per le malattie». Può darsi che i medici siano
diventati più bravi a riconoscere la depressione, o che la vita oggi esiga
troppo da noi e che quindi la neurochimica ereditata con la selezione naturale
non basti più. O forse sono il riscaldamento globale, uno stato di guerra
diffuso, il collasso economico mondiale, insomma, queste condizioni
irreversibili, a farci ammalare di preoccupazione. Certo, tutte queste
spiegazioni per l’apparente epidemia di depressione hanno un fondo di verità.
Ma c’è un’altra spiegazione possibile: ogni clima di opinione ha la sua
particolare forma di maltempo. La depressione clinica – l’infelicità fatta
malattia – è la nostra.
sentivano la «depressione» nelle ossa, in cui i centri per il controllo delle
malattie non definivano la depressione «il comune raffreddore della malattia
mentale», in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità non sosteneva che
la depressione fosse «la maggiore causa di disabilità … e il quarto fattore che
contribuisce alla spesa globale per le malattie». Può darsi che i medici siano
diventati più bravi a riconoscere la depressione, o che la vita oggi esiga
troppo da noi e che quindi la neurochimica ereditata con la selezione naturale
non basti più. O forse sono il riscaldamento globale, uno stato di guerra
diffuso, il collasso economico mondiale, insomma, queste condizioni
irreversibili, a farci ammalare di preoccupazione. Certo, tutte queste
spiegazioni per l’apparente epidemia di depressione hanno un fondo di verità.
Ma c’è un’altra spiegazione possibile: ogni clima di opinione ha la sua
particolare forma di maltempo. La depressione clinica – l’infelicità fatta
malattia – è la nostra.
Tratto da: "Storia segreta del male oscuro"
di Gary Greenberg, 2010
Veronika
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