Cento testimoni in tribunale per la morte di Andrea Soldi
Mercoledì la prima udienza: la famiglia si costituirà parte civile In Tribunale ci sarà anche l’ex-sindaco Piero Fassino
Ci sono anche i nomi dell’ex sindaco di Torino
Piero Fassino e dell’allora assessore alla Polizia municipale Giuliana
Tedesco nel lungo elenco di testimoni che sfileranno in tribunale nel
processo sulla morte di Andrea Soldi, il 45enne torinese malato di
schizofrenia paranoide deceduto il 5 agosto 2015 durante un trattamento
sanitario obbligatorio. La prima udienza dibattimentale è fissata per
mercoledì prossimo.
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ALLA SBARRA
Alla sbarra ci sono i tre agenti della polizia municipale e lo psichiatra, medico dell’Asl To2, che intervennero quella mattina di due anni fa in piazzetta Umbria: l’accusa è di omicidio colposo. Imputati anche Asl e Comune, in qualità di responsabili civili. Nei giorni scorsi gli avvocati difensori Stefano Castrale, Anna Ronfani, Gino Obert e Gian Maria Nicastro hanno depositato le rispettive liste testi. Altrettanto hanno fatto il pm Lisa Bergamasco e l’avvocato di parte civile Giovanni Soldi, che assiste la sorella della vittima, Maria Cristina, e il padre Renato. Complessivamente sono 106 i testimoni del processo. Tra questi spuntano i nomi istituzionali dell’ex sindaco Fassino e dell’assessore Tedesco, oltre a quelli dell’ex comandante della Polizia municipale Alberto Gregnanini e del suo vice Marco Sgarbi: dovranno spiegare, per quanto di loro competenza, le procedure in caso di Tso e le regole d’ingaggio dei civich. Nel lungo elenco di persone che verranno invitate a sedersi sul banco dei testimoni, però, ci sono soprattutto esperti e periti. Il processo, infatti, si preannuncia incentrato sulle consulenze medico legali. È su queste che accusa e difesa si daranno battaglia.
ACCUSA E DIFESA
Per i consulenti del pm la presa dei vigili avrebbe causato uno shock da compressione. L’esperto nominato dal pm, nella sua relazione conclusiva, ha scritto che Andrea è deceduto per «morte asfittica da strangolamento atipico», sottolineando come il paziente fosse stato «afferrato e cinto al collo da un braccio». Insomma, Andrea Soldi sarebbe stato strangolato. Inoltre il trattamento non era urgente, avendo dato il paziente la sua disponibilità a riprendere la terapia.
Diversa la posizione delle difese, secondo cui non solo il Tso era urgente e indispensabile, ma sarebbe stato eseguito correttamente. In particolare, secondo i consulenti di parte il decesso sarebbe stato causato da una sorta di spavento eccessivo, o di alterazione, dovuto alla situazione di forte stress in cui l’uomo, malato da tempo, si trovava in quel momento.
LA FAMIGLIA
I familiari di Andrea Soldi si costituiranno parte civile. In questi mesi gli avvocati di Comune e Asl hanno cercato di raggiungere un accordo sul risarcimento con il legale della famiglia, offrendo 480 mila euro. Ma la proposta è stata rifiutata dai parenti della vittima, che ne hanno chiesti 700 mila. Una differenza di 200 mila euro che terrebbe conto della sofferenza provata da Andrea in quei momenti. In giurisprudenza si parla di «danno catastrofale» e viene riconosciuto quando la vittima si rende conto che sta per morire. E ieri Maria Cristina Soldi, dal suo profilo Facebook, ha invitato «tutti coloro che vogliono giustizia per Andrea» a presentarsi in tribunale per il processo. «E quando dico tutti, penso anche ai malati come Andrea e alle loro famiglie. Perché non accada più», ha scritto la donna. Un appello già raccolto dall’Associazione per la lotta contro le malattie mentali, che si costituirà parte civile con l’avvocato Francesco Crimi.
fonte: http://www.lastampa.it
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ALLA SBARRA
Alla sbarra ci sono i tre agenti della polizia municipale e lo psichiatra, medico dell’Asl To2, che intervennero quella mattina di due anni fa in piazzetta Umbria: l’accusa è di omicidio colposo. Imputati anche Asl e Comune, in qualità di responsabili civili. Nei giorni scorsi gli avvocati difensori Stefano Castrale, Anna Ronfani, Gino Obert e Gian Maria Nicastro hanno depositato le rispettive liste testi. Altrettanto hanno fatto il pm Lisa Bergamasco e l’avvocato di parte civile Giovanni Soldi, che assiste la sorella della vittima, Maria Cristina, e il padre Renato. Complessivamente sono 106 i testimoni del processo. Tra questi spuntano i nomi istituzionali dell’ex sindaco Fassino e dell’assessore Tedesco, oltre a quelli dell’ex comandante della Polizia municipale Alberto Gregnanini e del suo vice Marco Sgarbi: dovranno spiegare, per quanto di loro competenza, le procedure in caso di Tso e le regole d’ingaggio dei civich. Nel lungo elenco di persone che verranno invitate a sedersi sul banco dei testimoni, però, ci sono soprattutto esperti e periti. Il processo, infatti, si preannuncia incentrato sulle consulenze medico legali. È su queste che accusa e difesa si daranno battaglia.
ACCUSA E DIFESA
Per i consulenti del pm la presa dei vigili avrebbe causato uno shock da compressione. L’esperto nominato dal pm, nella sua relazione conclusiva, ha scritto che Andrea è deceduto per «morte asfittica da strangolamento atipico», sottolineando come il paziente fosse stato «afferrato e cinto al collo da un braccio». Insomma, Andrea Soldi sarebbe stato strangolato. Inoltre il trattamento non era urgente, avendo dato il paziente la sua disponibilità a riprendere la terapia.
Diversa la posizione delle difese, secondo cui non solo il Tso era urgente e indispensabile, ma sarebbe stato eseguito correttamente. In particolare, secondo i consulenti di parte il decesso sarebbe stato causato da una sorta di spavento eccessivo, o di alterazione, dovuto alla situazione di forte stress in cui l’uomo, malato da tempo, si trovava in quel momento.
LA FAMIGLIA
I familiari di Andrea Soldi si costituiranno parte civile. In questi mesi gli avvocati di Comune e Asl hanno cercato di raggiungere un accordo sul risarcimento con il legale della famiglia, offrendo 480 mila euro. Ma la proposta è stata rifiutata dai parenti della vittima, che ne hanno chiesti 700 mila. Una differenza di 200 mila euro che terrebbe conto della sofferenza provata da Andrea in quei momenti. In giurisprudenza si parla di «danno catastrofale» e viene riconosciuto quando la vittima si rende conto che sta per morire. E ieri Maria Cristina Soldi, dal suo profilo Facebook, ha invitato «tutti coloro che vogliono giustizia per Andrea» a presentarsi in tribunale per il processo. «E quando dico tutti, penso anche ai malati come Andrea e alle loro famiglie. Perché non accada più», ha scritto la donna. Un appello già raccolto dall’Associazione per la lotta contro le malattie mentali, che si costituirà parte civile con l’avvocato Francesco Crimi.
fonte: http://www.lastampa.it
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