domenica 15 febbraio 2015

Helene Von Druskowitz - Una filosofa dal manicomio

Helene von Druskowitz. Viennese,classe 1856, seconda donna a conseguire un dottorato in filosofia presso l'università di zurigo. E chiusa in manicomio all'età di 35 anni fino al giorno della sua morte avvenuta nell'anno 1918. Da un'analisi delle sue cartelle cliniche si osserva come chi la seguiva, riferisse di una donna sempre cordiale, socievole gentile, garbata e persino grata; u na donna dotata di quella forza di attrazione che prescinde il tangibile. Allora perchè? perchè si occupava di problemi filosofici, perchè era femminista, perchè seguiva i suoi stessi processi mentali con un approccio visionario che la medicina corrente ritenne di definire "follia".
 I medici per lei coniarono il termine di ''misandria'' speculare alla ''misoginia'' maschile. La Druskowitz ha sempre ritenuto fuorviante tale definizione così come lo riteneva per ogni simmetria tra uomini e donne.
All'inizio del suo percorso filosofico Helene si trovava in sintonia con Nietzsche entrando molto giovane nella stretta cerchia dei suoi amici; successivamente se ne distaccò giudicando la filosofia di Nietzsche come ua sorta di darwinismo che non appagava la sua voglia di ricerca. Definirà poi in seguito tale periodo come una sorta di 'passion du moment'.
A tal proposito sono molti i biografi di Nietzsche che non perdoneranno tale 'infedeltà' etichettandola e definendola con frasi/insulti di questa entità: "...si incaponì in problemi di mistica e morì in obnubilamento mentale.", oppure "...dovrebbe smettere di bastonare il prof. Nietzsche. Si dirà che avrebbe voluto sposarlo". ecc...
All'interno della sua opera la Von Druskowitz affronterà vari argomeni interessanti dalla responsabilità e l'imputabilità di un atto in corrispondenza alla libera volontà, la determinazione causale dei pensieri e delle azioni sottolineando come l'azione più nobile come la più malvagia non procedono da una libera decisione (mettendo pertanto in discussione il metodo della colpa e della punizione).
Da leggere, nella seconda parte del libro, i "Vademecum per spiriti liberi/Proposizioni Cardinali Pessimistiche" nei quali affronta le questioni della materia, della figura complessiva di Dio (ritenuta meramente maschilista), l'uomo come impossibilità etica e come maledizione del mondo , chiudendo con degli 'ordinamenti' per maschi e femmine con la consueta schiettezza. Il tutto atto ad allontanare uomini e donne da pensieri ed azioni effimere a favore dell'inesauribile bellezza della natura.
Helene era una donna sicura di sè e dal pensiero puro, libero da qualsivoglia condizionamento che non fosse ciò che lei "vedeva" e questa fu la sua condanna alla reclusione manicomiale.
Ringraziamo Peppus del Kalashnikov Collective per la segnalazione e per averci spedito il libro.
Kalashnikov-collective.blogspot.it

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