sabato 28 giugno 2014

Quello che può e quello che non può fare la psichiatria

La psichiatria si trova oggi nella curiosa posizione di essere l'oggetto
di un'eccessiva venerazione e, contemporaneamente, di un eccessivo
disprezzo. Gli americani con delle idee in proposito possono in effetti
venire grosso modo divisi fra coloro che rifiutano ogni forma di pratica
psichiatrica come priva di alcun valore o dannosa, e coloro che invece
la considerano come una panacea per la criminalità, l'infelicità, il
fanatismo politico, la promiscuità, la delinquenza giovanile, e praticamente
ogni altro possibile male morale, personale, e sociale del nostro
tempo.
Quanti aderiscono a questa fede spropositata ritengo che costituiscano
il gruppo più vasto e certamente più influente nell'orientamento
delle attuali scelte sociali. Sono loro che si danno tanto da fare per
sostenere i programmi per la salute mentale su larga scala e che fanno
uso del prestigio di un potente sistema psichiatrico come di uno scudo
ingannevole, dietro il quale sono nascoste delle spiacevoli realtà che
ben vorremmo non doverci trovare di fronte. Cosi quando su un giornale
leggiamo che l'alcolizzato, lo stupratore, o il vandalo hanno
bisogno di "assistenza psichiatrica," o che comunque essa sarà loro
fornita, siamo rassicurati al pensiero che il problema è stato risolto,
o che, in ogni modo, è stato affrontato efficacemente, e possiamo togliercelo
di mente.
Io ritengo che non abbiamo alcun diritto di liberarci tanto facilmente
delle nostre responsabilità. Nel dire questo non intendo, essendo
io stesso uno psichiatra praticante, sminuire l'aiuto che la mia professione
può dare ad alcuni individui in difficoltà. Abbiamo compiuto
progressi significativi rispetto ai tempi pre-freudiani, quando la psichiatria
era un'impresa puramente custodialistica.
Tuttavia il nostro rifiuto di riconoscere le differenze fra medicina
e psichiatria - ovvero fra la devianza dalle norme biologiche, che
solitamente chiamiamo "malattia, " e la devianza dalle norme psicologiche
e sociali, che spesso chiamiamo "malattia mentale" - ha reso
possibile che si divulgassero i cliché semplicistici della corrente propaganda
per la salute mentale. Uno di essi, ad esempio, è l'ingannevole
slogan "La malattia mentale è una malattia come qualsiasi altra,"
Questo non è vero; i problemi psichiatrici e quelli medici sono fondamentalmente
diversi. Nel curare una malattia come la sifilide o la
polmonite, il medico procura un vantaggio sia al paziente che alla
società. Può forse lo psichiatra che cura una "nevrosi affermare lo
stesso? Spesso non lo può, perché nella "malattia mentale" troviamo
l'individuo in conflitto con coloro che lo circondano, i familiari, gli
amici, il datore di lavoro, e forse tutto il suo gruppo sociale. Cosa ci
aspettiamo: che la psichiatria venga in aiuto dell'individuo o della
società? Se gli interessi delle due parti in causa sono in conflitto,
come spesso avviene, lo psichiatra può aiutarne una soltanto, danneggiando
l'altra.

Tratto da: "Disumanizzazione dell'uomo" di Thomas S. Szasz (1970)

Veronika

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