venerdì 30 maggio 2014
martedì 27 maggio 2014
domenica 25 maggio 2014
Diy Kag Fest 3
CAMAP presente con banchetto informativo, un ringraziamento a chi ha sostenuto ed appoggiato l'iniziativa.
martedì 20 maggio 2014
Le guerrigliere dell'estinzione ontologica: donne, folli, animali
Riceviamo e pubblichiamo con orgoglio l'articolo del nostro amico luminare milanese Peppus del Kalashnikov Collective che ci regala questo articolo inedito da inserire sul blog:
Gli spari di Valerie Solanas
ad Andy Warhol ed al suo staff rappresentano lo sbocco sanguinario quanto
ingenuo di un pensiero critico sottesamente lucido. La più estrema delle
militanti lesbo-femministe, che nel suo deflagrante “Manifesto per la
distruzione del maschio” del 1967 aveva proclamato la necessità di eliminare il
sesso maschile (facendo coincidere l'appropriazione da parte della donna
dei processi riproduttivi con la
possibilità di porre in essere un salvifico annichilimento eugenetico
dell'uomo,conditio sine qua non di una trionfante rigenerazione anarchica
dell'identità femminile) non era riuscita a cogliere come l'annientamento delle
identità di genere coincida con il loro svuotamento ontologico. La geniale
pensatrice-terrorista, che pagò la propria visione non omologata con tre anni
di ospedale psichiatrico giudiziario, non poteva conoscere una rivelatoria
sentenza dell'autrice de “Il corpo lesbico”,Monique Wittig: “Non vi è nulla di
ontologico nel concetto di differenza”,essendo vero che le identità di genere(
da intendersi per Wittig quali inclusive del sesso biologicamente definito,
colto illusoriamente di norma quale incontestabile dato naturale) vanno
riconosciute come fittizie e distrutte
nell'ottica di una estinzione del binarismo uomo-donna, attraverso il
sabotaggio concettuale e sociale del primo dei due termini ad opera delle
soggettività che osino radicalmente sottrarsi all'identificazione col secondo.
E' tuttavia l'accusa di malattia mentale mossa nei confronti di Valerie Solanas
a fornirci una profonda delucidazione su come i processi di vanimento
dell'identità di genere vadano radicalmente perseguiti:al riguardo è opportuno
interrogare l'ottica anti-psichiatrica nella sua capacità di mettere a fuoco le
intersezioni tra lo stigma sessista e lo stigma psichiatrico non dimenticandoci
la più profonda e strutturale stigmatizzazione posta in essere dalla nostra
civiltà,da leggersi quale correlata e funzionale alle due precedenti, quella
specista. La seconda e la terza modalità citate dello stigma agiscono come
grandi cornici del nostro ordine sociale, costituendo lo strumento strategico
dell'espulsione di una moltitudine di soggetti(folli e animali) dallo spazio
dell'ordinarietà giuridica onde recluderli nelle terre di confine di una
giurisdizione d'eccezione(i folli) o di un radicale svuotamento di diritti(gli
animali), nell'ottica di un rapporto con essi orientato all'oggettivazione
conoscitiva( psicopatologica o zoologica) da parte di una soggettività
(antropica e raziocinante) la quale definisce la sua normalità proprio in
sottesa relazione con le diversità che esclude. Le due finzioni della follia e
dell' animalità presidiano i confini della società Straight, la quale le utilizza
per determinare e stigmatizzare i vari gradi di eccedenza degli individui dalla
declinazione dominante della soggettività,il maschio umano, eterosessuale e
raziocinante: è infatti palese l' importanza strutturale, nella costruzione
patriarcale della Donna,della sua caratterizzazione nei termini della
prevalenza istintuale,che la accosta da un lato alla follia tramite lo stigma,
attivo in particolare contro le femministe, della donna “isterica” e
“delirante” e, dall'altro più radicalmente alla sfera animale. D'altro canto la
società Straight ha dimostrato negli ultimi decenni di dar luogo a percorsi di emancipazione delle
minoranze i quali, strutturandosi nell'assenza di una puntuale revisione dello
stigma psichiatrico e specista ,vengono a configurarsi in realtà quali processi
orientati all' assimilazione delle
identità socialmente squalificate, normalizzandole il più possibile nel
quadro dei modelli identitari dominanti: antropici, maschili e raziocinanti. “Siamo
fieri di avere praticamente abolito i nostri pregiudizi sulle differenze tra
uomini e donne o tra bianchi e neri. Ma siamo ancora più fieri di aver creato
un complesso di credenze psichiatriche relative alla differenza tra la natura
neuroanatomica e neurofisiologica del sano e quella dell'insano, del sano di
mente e del malato di mente”, come scrive ne “Il mito della malattia mentale”
Thomas Szasz, uno dei massimi critici della psichiatria:l'unica via
controffensiva praticabile per il femminismo contemporaneo è lo svuotamento ontologico dei concetti
sessuali, psicopatologici e zoologici, aprendo una battaglia
de-naturalizzatrice che ne mostri il carattere fittizio e ne saboti
l'implacabile gioco esclusorio, verso il vanimento della Straight Society
nell'abissale,oscura vertigine di una soggettività senza più nome.
venerdì 16 maggio 2014
giovedì 15 maggio 2014
In difesa della psicologia
Il nostro (vostro) blog riunisce persone con diverse culture, valori e orientamenti sotto un unico pensiero di critica psichiatrica. Ciò vuol dire che nella varietà di posizioni, spesso e volentieri non tutti la pensano allo stesso modo, quando il discorso inevitabilmente scivola in questioni parallele.
Talvolta capita, ad esempio, che oltre all'idea della persona poco informata che confonde psichiatria e psicologia (cosa che capita molto più spesso di ciò che si pensi, ve l'assicuro), gli stessi individui coinvolti maggiormente in una lotta contro il potere psichiatrico facciano delle generalizzazioni forse un pò troppo avventate.
Mi riferisco all'articolo comparso su questo stesso blog a firma di Alberto Brugnettini. L'errore principale è a mio avviso iniziare la propria dissertazione con una definizione da vocabolario di psicologia e psichiatria e muovere da lì una critica che, fin dall'inizio, confonde le carte in tavola abbinando due scienze che in realtà non hanno molto in comune.
Innanzitutto la psicologia (e non la psichiatria) non desidera essere una scienza medica, altrimenti nelle università italiane non verrebbe insegnata nei dipartimenti di scienze sociali o umanistiche che dir si voglia. Spesso utilizza metodi scientifici mutuati da altre scienze per convalidare le proprie ipotesi, ma non con il desiderio finale di prescrivere farmaci! Lo stesso Popper definiva la psicologia una pseudo scienza. Attenzione però: Popper la definiva così spiegando che il suo campo di indagine è talmente ampio da non poter essere analizzato completamente e falsificato, non perchè non avesse basi scientifiche (come potrebbe essere la cartomanzia ad esempio). Salto la differenza fra scienze morbide e scienze dure perchè il discorso si allungherebbe ancor di più.
L'errore peggiore poi è pensare alla psicologia come un'unica scienza. In realtà esistono molte sfaccettature e indirizzi di ricerca talmente divergenti fra loro che spesso è difficile ricondurli tutti sotto lo stesso ombrello. Da un estremo all'altro, passiamo dai seguaci di Jung ai "topi di laboratorio" che svolgono esperimenti di conduzione galvanica. Attenzione: non tutto è difendibile. Coloro che utilizzano il DSM sognando di essere delle piccole copie dello psichiatra di fiducia, agognando il famigerato libretto con le ricevute rosse, chi in poche parole desidera il potere nel senso Focaultiano del termine, non è difendibile ne scusabile. Non si può però generalizzare in questo modo, pena diventare vittime della pressapochezza del nostro pensiero. Un esempio? La neuropsicologia si occupa del recupero/riabilitazione di chi ha subito un trauma (incidente, ictus, neoplasia) al cervello. In un secolo di ricerche ha sviluppato programmi che si sono rivelati efficaci nel recupero parziale (nei casi più fortunati totale) di varie capacità lese dal trauma. Non mi dilungo nell'esposizione, ma non mi sento proprio di criticare il lavoro di chi permette ad un paziente di ricominciare a parlare/vedere/muoversi correttamente, grazie ad un lavoro di riabilitazione che affonda il suo metodo nella psicologia.
La mia riflessione vuole solo essere una critica costruttiva ad un articolo che in parte può essere condivisibile, ma che nella sua premessa iniziale rischia di creare una confusione che non credo possa giovare in qualche modo alla nostra lotta.
Veronika
Talvolta capita, ad esempio, che oltre all'idea della persona poco informata che confonde psichiatria e psicologia (cosa che capita molto più spesso di ciò che si pensi, ve l'assicuro), gli stessi individui coinvolti maggiormente in una lotta contro il potere psichiatrico facciano delle generalizzazioni forse un pò troppo avventate.
Mi riferisco all'articolo comparso su questo stesso blog a firma di Alberto Brugnettini. L'errore principale è a mio avviso iniziare la propria dissertazione con una definizione da vocabolario di psicologia e psichiatria e muovere da lì una critica che, fin dall'inizio, confonde le carte in tavola abbinando due scienze che in realtà non hanno molto in comune.
Innanzitutto la psicologia (e non la psichiatria) non desidera essere una scienza medica, altrimenti nelle università italiane non verrebbe insegnata nei dipartimenti di scienze sociali o umanistiche che dir si voglia. Spesso utilizza metodi scientifici mutuati da altre scienze per convalidare le proprie ipotesi, ma non con il desiderio finale di prescrivere farmaci! Lo stesso Popper definiva la psicologia una pseudo scienza. Attenzione però: Popper la definiva così spiegando che il suo campo di indagine è talmente ampio da non poter essere analizzato completamente e falsificato, non perchè non avesse basi scientifiche (come potrebbe essere la cartomanzia ad esempio). Salto la differenza fra scienze morbide e scienze dure perchè il discorso si allungherebbe ancor di più.
L'errore peggiore poi è pensare alla psicologia come un'unica scienza. In realtà esistono molte sfaccettature e indirizzi di ricerca talmente divergenti fra loro che spesso è difficile ricondurli tutti sotto lo stesso ombrello. Da un estremo all'altro, passiamo dai seguaci di Jung ai "topi di laboratorio" che svolgono esperimenti di conduzione galvanica. Attenzione: non tutto è difendibile. Coloro che utilizzano il DSM sognando di essere delle piccole copie dello psichiatra di fiducia, agognando il famigerato libretto con le ricevute rosse, chi in poche parole desidera il potere nel senso Focaultiano del termine, non è difendibile ne scusabile. Non si può però generalizzare in questo modo, pena diventare vittime della pressapochezza del nostro pensiero. Un esempio? La neuropsicologia si occupa del recupero/riabilitazione di chi ha subito un trauma (incidente, ictus, neoplasia) al cervello. In un secolo di ricerche ha sviluppato programmi che si sono rivelati efficaci nel recupero parziale (nei casi più fortunati totale) di varie capacità lese dal trauma. Non mi dilungo nell'esposizione, ma non mi sento proprio di criticare il lavoro di chi permette ad un paziente di ricominciare a parlare/vedere/muoversi correttamente, grazie ad un lavoro di riabilitazione che affonda il suo metodo nella psicologia.
La mia riflessione vuole solo essere una critica costruttiva ad un articolo che in parte può essere condivisibile, ma che nella sua premessa iniziale rischia di creare una confusione che non credo possa giovare in qualche modo alla nostra lotta.
Veronika
mercoledì 14 maggio 2014
17 Maggio
CAMAP presente con banchetto informativo
venerdì 9 maggio 2014
Magliette CAMAP di Autofinanziamento
Sono state realizzate con una serigrafia naturale e senza uso di agenti chimici by Limbs of Disarm https://myspace.com/limbs-disarm https://www.etsy.com/it/shop/LimbsDisarm
Disponibili dall'11 maggio alla Rosa Nera Squat di Milano, 17 maggio al Kag di Pisogne e il 24 maggio al DIY KAG FEST (trailer: https://www.youtube.com/watch?v=jF6UPjd2cYQ). Tutti gli incassi verrano utilizzati per il finanziamento del Collettivo Anipsichiatrico Camuno e le sue compartecipazioni o iniziative.
Disponibili dall'11 maggio alla Rosa Nera Squat di Milano, 17 maggio al Kag di Pisogne e il 24 maggio al DIY KAG FEST (trailer: https://www.youtube.com/watch?v=jF6UPjd2cYQ). Tutti gli incassi verrano utilizzati per il finanziamento del Collettivo Anipsichiatrico Camuno e le sue compartecipazioni o iniziative.
Psichiatria 16 e 23maggio - PIACENZA
P S I
C H I A T R I A :
SCIENZA o CONTROLLO SOCIALE
?
CI
DICONO CHE LE
TERAPIE PSICHIATRICHE SONO LE CURE NECESSARIE PER LA
MALATTIA MENTALE
… …
QUALI
SONO QUESTE “TERAPIE” ?
ESISTE LA “MALATTIA MENTALE” ?
2 INCONTRI PUBBLICI
VENERDI’ 16 MAGGIOIL TELEFONO VIOLA
PROIEZIONE
DEL FILMATO “SENZA RAGIONE”- PSICHIATRIA :
DALLE SUE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI.
VENERDI’ 23 MAGGIO
REPARTI PSICHIATRICI: DOVE LE “CURE” PRODUCANO MORTE E SOFFERENZA
- IL CASO DI FRANCO MASTROGIOVANNI -
Collettivo Antipsichiatrico di Bergamo
- IL CASO DELL’ OSPEDALE NIGUARDA (Mi)-
Giorgio Pompa dell' associazione "Dalle Ande agli Appennini"
DALLE 19:30 BUFFET VEGAN - ORE 21 INIZIO INCONTRI
Presso SALA CIRCOSCRIZIONE 3 -Via Martiri della Resistenza n.8
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TELEFONO VIOLA
di PIACENZA 345 7904938
antipsichiatriapc@autistici.
martedì 6 maggio 2014
PSICHIATRIA = CONTROLLO SOCIALE
- "Integrato" è un termine molto usato in psichiatria per indicare un "malato mentale" con comportamenti che tendono alla "normalità"; solo questa parola potrebbe dirla lunga su quali sono i parametri di giudizio che possono portare all'etichettamento di una persona come folle, al suo ricovero forzato in strutture sanitarie, alla somministrazione sempre forzata di psicofarmaci.
- Per non essere considerato folle bisogna quindi essere integrato nella società, seguire la media standard dei comportamenti; chi devia è pazzo, chi devia è un elemento pericoloso per la società, deve essere "curato"(ossia drogato con psicofarmaci). Come nell'est chi si opponeva al socialismo reale veniva rinchiuso in strutture psichiatriche, anche le persone ritenute pericolose dalle nostre società occidentali sono destinate alla stessa sorte: il problema di fondo è che la psichiatria viene usata da qualsiasi tipo di potere in ogni parte del mondo come uno strumento di controllo sociale.
- D'altronde per tanti problemi essa sembra fornire la soluzione più semplice: ci sono degli emarginati che non si trovano a loro agio in questa società e che mettono in dubbio coi loro comportamenti "anormali" alcune strutture essenziali della società stessa? La soluzione più semplice è metterli da parte, bollarli come pazzi, imbottirli di medicinali, nascondere negandole tutte quelle ragioni che li hanno portati a comportarsi in una determinata maniera. E così ci si chiude gli occhi di fronte ad una realtà sociale fatta di disoccupazione, alienazione, spersonalizzazione, televisione (un'altra droga!), fatta di quartieri ghetto privi di qualsiasi tipo di servizi, di un sistema scolastico che non lascia alcuno spazio alla libertà ed all'iniziativa dello studente.
- Ma nascondere e fingere di ignorare è sempre la cosa più facile, e così la cosa più semplice da fare per "risolvere" il problema della droga è quella di punire il tossico, e così ancora una volta si agisce sull'ultimo anello della catena, sul più debole, invece di rimuovere le cause di emarginazione e disagio sociale che causano tale fenomeno. Ma giudicare è sempre più facile che comprendere, ed è sempre troppo comodo lavarsi la coscienza accusando e punendo qualcun altro. E così invece di affrontare il problema dello sfruttamento dei paesi più arretrati da parte del nord del mondo si fa prima a dare la caccia al negro che è venuto da noi a prendersi la minima parte di quanto noi occidentali gli abbiamo rubato, o magari gli si sequestra la merce perseguendolo per contrabbando; lo sfruttamento coloniale però era perfettamente legale, e continua ad esserlo anche ora che finita la dominazione diretta perdura sotto altre forme.
- E così la psichiatria, pretendendo di curare i sintomi di un diffusi malessere sociale e mascherandoli con fantasiosi nomi di malattie inesistenti (di cui è ben difficile trovare una precisa definizione) vuole impedire che si vada a fondo del problema recuperando quei valori di libertà e di umanità che comporterebbero una radicale trasformazione della struttura sociale.
- Tratto da: "Il Nido del Cuculo"
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