Intervista Collettivo Artaud a Radio Blackout
https://radioblackout.org/2021/11/il-sestante-carcere-e-manicomio/
La recente denuncia dell’associazione Antigone sulle condizioni inumane
di detenzione al Sestante, il repartino psichiatrico del carcere delle
Vallette, ha riaperto la questione dei manicomi criminali, poi ospedali
psichiatrici giudiziari, chiusi per far posto alle REMS – residenze per
l’esecuzione delle misure di sicurezza. Formalmente, pur essendo
strutture chiuse, le REMS non sono più carceri, perché la competenza è
passata dal ministero di giustizia a quello della sanità.
La chiusura degli OPG e la nascita delle REMS non ha tuttavia reciso il legame tra psichiatria e reclusione. Anzi.
I prigionieri delle REMS sono sedati chimicamente, non possono uscire, spesso sono legati ai letti.
In carcere, già prima della nascita delle REMS, sono stati aperti
repartini dedicati alle persone psichiatrizzate. Veri e propri manicomi
all’interno delle carceri. Come i vecchi manicomi criminali sono luoghi
dove, ancor più che nei reparti “normali”, vige l’arbitrio e la violenza
delle guardie. Celle buie, materassi marci, gabinetti intasati, persone
incapaci di muoversi e parlare perché sedate con dosi massicce di
psicofarmaci. La gabbia chimica e quella di mattoni si uniscono in
questi nuovi manicomi. Il manicomio si è polverizzato in tante e diverse
strutture più piccole, ma la reclusione psichiatrica resta l’orizzonte
concreto per moltissime persone.
Oggi un detenuto su quattro è in terapia psichiatrica, nel 2020 c’erano
174 persone rinchiuse in carcere in attesa di venire imprigionate in una
REMS.
La contenzione fisica, dentro e fuori dal carcere è aumentata, mentre si
allunga l’elenco delle persone morte, dopo essere rimaste legate mani,
piedi e spalle al letto. L’ultimo morto di cui si ha notizia è rimasto
per quasi tre settimane crocefisso alla sua branda nel repartino
dell’ospedale di Livorno. Due anni fa Elena Casetto, inchiodata da
legacci al suo letto, morì atrocemente, bruciata viva, prima che
qualcuno intervenisse. Per questa vicenda atroce sono indagati i vigili
del fuoco: gli psichiatri non sono mai entrati nell’inchiesta.
La contenzione fisica, che, assieme alla gabbia chimica, è una vera
forma di tortura, è stata abolita in numerosi paesi europei. In Italia
solo 17 ospedali su 320 hanno deciso di buttare legacci e corde.
Ne abbiamo parlato con Alberto del Collettivo antipsichiatrico “Antonin Artaud” di Pisa
https://radioblackout.org/2021/11/il-sestante-carcere-e-manicomio/
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