PRAMAGGIORE (Venezia) È durata sette ore la trattativa tra un ventenne, che si era barricato nel bagno di casa dopo essere fuggito dal Centro di Salute Mentale di Pramaggiore, e i carabinieri che hanno deciso di sbloccare la situazione con un blitz. Il giovane è stato immobilizzato e affidato ai medici. Tutto è iniziato alle 16.45 di martedì ed è finito alle 23.50. Il giovane, che era in attesa di essere sottoposto a Trattamento Sanitario obbligatorio, è fuggito dal Centro rifugiandosi nella sua abitazione. A quel punto, non potendo escludere che il giovane, che portava uno zaino in spalla, potesse avere con sé armi o altri oggetti potenzialmente pericolosi, sia per la propria incolumità che per quella di terze persone, è stato adottato il protocollo per simili situazioni.
Innanzitutto
è stata evacuata la villetta di proprietà della famiglia, dove c’era
solo il fratello, poi è stata interrotta l’erogazione della corrente
elettrica e del gas. Sul posto è arrivato un «negoziatore» del Nucleo
Investigativo di Mestre e i carabinieri delle «Squadre Operative di
Supporto» in forza al 4 Battaglione «Veneto», raggiunti dai vigili del
Fuoco e da un’ambulanza del 118. È così iniziata la lunga ed estenuante
trattativa tra il «negoziatore» e il giovane. Un colloquio a tratti
drammatico, durato ore e che ha visto il negoziatore impegnato in una
difficilissima trattativa, segnata da momenti di tensione elevata, nel
tentativo di convincere il 20enne a uscire dal bagno e di persuaderlo a
non compiere atti autolesionistici come aveva paventato nei messaggi
inviati col telefono ai genitori. Quando si è capito che il giovane non
si sarebbe mai arreso, le Squadre Operative di Supporto hanno deciso il
blitz, con un’irruzione nel bagno, senza che nessuno rimanesse ferito.
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