fonte:https://artaudpisa.noblogs.org/
Sotto i vari comunicati di solidarietà con il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud che
ci sono arrivati in questo periodo.
Ringraziamo tutti i singoli, i collettivi
e le strutture che ci hanno scritto parole solidali e di sostegno.
Care compagne e cari compagni del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud,
come OfficinePeregrine Teatro vi scriviamo
dalla Gallura per darvi tutta la nostra solidarietà e vi offriamo il
nostro sostegno nella risposta che vorrete mettere in atto
contro l’attacco costruito da potere medico e potere giudiziario.
Un abbraccio teatrantico e di forza,
OfficinePeregrine Teatro
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COMUNICATO CAMAP PER SOLIDARIETA’ AL COLLETTIVO ARTAUD
…’Le violenze’ dalla parte del manico…
Esprimiamo con queste righe la nostra
solidarietà ai compagni del Collettivo Antipsichiatrico Artaud di Pisa
accusati di violenza privata.Oltre ad appoggiare il comunicato scritto
dai pisani ci sentiamo di aggiungere qualche parola sia perchè siamo
fermamente certi della totale infondatezza delle accuse sia perchè
altrettanto certi siamo dell’audacia e della bontà dei compagni da anni
coinvolti nel perseguire l’attività volontaria contro gli abusi e le
violenze (queste sì, reali) dell’istituzione psichiatrica. La
riflessione alla base del nostro ragionamento ci fa pensare che le
accuse oggi piovute sui pisani sarebbero potute arrivare a noi (avendo
conosciuto, tra l’altro, direttamente l’accusatrice ed il suo modo di
attaccare) così come su qualsiasi collettivo o realtà che si apre al
debole, alla persona in difficoltà oppure in un momento di fragilità.
Siamo pertanto ben consci che tale apertura può diventare un’arma a
doppio taglio se, per qualsivoglia motivo, il soggetto coinvolto decide
di cambiare bandiera e screditare in maniera inopinata le persone legate
alla resistenza antipsichiatrica. Non abbiamo, volutamente, le spalle
coperte da partiti ed associazioni pertanto siamo altresì facilmente
attaccabili. Siamo attaccabili non solo con la menzogna, lo siamo anche
in nome del bieco sfruttamento della propria condizione e del proprio
personale. Il proprio tornaconto si appaga proiettando il proprio
disagio nella direzione sbagliata…D’altra parte siamo pronti ad
afferrare il coltello che ci viene puntato dalla parte della lama poichè
non esiste vergogna delle nostre pratiche politiche e sociali, la
nostra volontà e volontarietà sono la spinta per fornire aiuto gratuito
a qualsivoglia oppresso, disagiato, fragile. Non mancherà mai la nostra
azione di libertà ed accoglienza, di aiuto e condivisione, di supporto
ed ascolto nell’accettazione più completa. L’accettazione ci sarà
sempre, la pazienza quasi. Solidarietà ad oltranza ai pisani, alla loro
sensibilità ed alla loro storia fatta di accoglienze e non di violenze.
CAMAP – Collettivo Antipsichiatrico Camuno
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Cari compagni/e,
Ho appreso con grande dolore la notizia
delle denunce rivolte a due di voi. Vi invio tutta la mia solidarietà.
Se c’è qualcosa che posso fare per aiutarvi….ditemelo. Mi avete aiutato
in momenti di grande difficoltà, e vorrei poterlo ricambiare.
Soprattutto spero che insisterete nella lotta, perchè quello che fate è
di vitale importanza per molti. Non scoraggiatevi! Cercherò di passare
da voi nelle prossime settimane, e di nuovo: se posso aiutarvi in
qualche cosa, lo farò volentieri.
Nella solidarietà e nella lotta
Fabrizio Cucchi – Empoli
_______________________________________________________________________Conoscendo
direttamente da anni sia l’impegno svolto dal Collettivo
antipsichiatrico “A. Artaud” che le persone inquisite,
intendo manifestare lo stupore per le accuse loro rivolte riguardo
presunte minacce che avrebbero rivolto nei confronti di chi stava
cercando un aiuto.
L’approccio critico nei confronti del
sistema psichiatrico che anima l’attività di base svolta dal Collettivo,
senza alcuno scopo di lucro o di potere, verso persone che in primo
luogo esprimono il bisogno di un ascolto sensibile e un sostegno
paritario, si concretizza attraverso relazioni umane libere. Libere
dallo schema che definisce come “malati mentali” quanti vivono disagi e
sofferenze determinate in primo luogo da rapporti sociali, familiari e
culturali tendenti a negare le diversità e i problemi individuali.
Tale impegno volontaristico è, a tutti
gli effetti, l’opposto delle logiche coercitive – e quindi violente
– con i quali “normalmente” si vogliono curare persone in difficoltà,
sovente strette fra trattamenti sanitari obbligatori e psico-farmaci.
Per questo, l’ipotesi che alcuni
aderenti al Collettivo abbiano esercitato una qualche forma di
oppressione ai danni di una persona in difficoltà appare paradossale e
il processo intentato assume connotazioni kafkiane.
Nel comune rifiuto di ogni discriminazione, esprimo la mia più affettuosa e incondizionata solidarietà.
Marco Rossi
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«Non si rovescerà il potere come si rovescia un Governo.
Il fronte unito contro l’autorità copre l’estensione della vita quotidiana
e impegna l’immensa maggioranza degli uomini.
Saper vivere è saper non arretrare di un pollice nella propria lotta contro la rinuncia»
(R. Vaneigem)
Conosco da molti anni i compagni e le
compagne del collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud per poter
affermare che questo è un processo politico che niente ha a che fare con
le motivazioni pretestuose della denuncia. Non mi stupisce – né mi
scandalizza – che la società del controllo tenti in ogni modo di mettere
a tacere non tanto chi lotta contro gli abusi della psichiatria, ma chi
lo fa in modo orizzontale, senza gerarchie, proponendo pratiche di
auto-aiuto, di contro-informazione, e soprattutto di analisi sul potere
psichiatrico che oggi più che mai è una delle protesi capitalistiche più
subdole ed efficaci all’asservimento di chi non vuol piegarsi. La
gravità di questo procedimento è che può rappresentare un precedente per
tutti e tutte coloro che lottano quotidianamente contro l’autoritarismo
delle istituzioni totali, ed è quindi importante non far mancare
appoggio e sostegno ai compagni coinvolti.
Un abbraccio affettuoso e solidale ai due amici e a tutto il collettivo Artaud
Martina Guerrini
_______________________________________________________________________Firenze 29-05-2018
Esprimiamo la nostra solidarietà ai
compagni del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa
coinvolti in un processo che intende colpire l’impegno a fianco delle
vittime delle istituzioni psichiatriche. L’accusa mossa contro i
compagni è evidentemente funzionale alla criminalizzazione di ogni
tentativo di arginare
l’arbitrio della psichiatria e di tutte le
istituzioni autoritarie. Non abbiamo dubbi sulla correttezza e la
coerenza dell’agire dei compagni e perciò denunciamo questa ennesima
montatura giudiziaria. Siamo convinti della necessità di agire dal
basso, in strada, per rivendicare la libertà di scelta di ogni individuo
sulla
propria vita contro ogni proibizione e
contro ogni costrizione. Rimanendo sempre al loro fianco ci auguriamo il
più sollecito proscioglimento dei compagni imputati.
Ateneo Libertario – Firenze
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Solidarietà al Collettivo Antipsichiatrico Artaud
A fine maggio inizierà un processo nei
confronti di due compagni del collettivo antipsichiatrico di Pisa; due
imputati che saranno usati per mettere sotto accusa l’intero collettivo e
le lotte che lo contraddistinguono da sempre.
Il collettivo Artaud da anni diffonde
saperi e sostiene le persone vittime di abusi psichiatrici, in una città
come la nostra che, solo per fare un esempio, ha visto portare avanti
per tantissimi anni senza alcun ritegno la pratica dell’elettroshock,
una vera e propria tortura.
Tanti sono gli esempi che si potrebbero
portare, tante le donne e gli uomini che si sono rivolte agli sportelli
di ascolto, che nel collettivo hanno trovato una rete per rompere la
solitudine, per trovare un’alternativa all’eccesso farmacologico e ai
ricoveri psichiatrici.
Per questi e molti altri motivi ci
stringiamo ai due attivisti denunciati e al collettivo tutto, convinti
che non sarà un’aula di tribunale a poter mettere in discussione le
nostre pratiche collettive e le nostre lotte.
S.A. Newroz – antagonist* pisan*
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Solidarietà alle compagne e ai compagni
del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa.
Come Centro Sociale in questi anni abbiamo collaborato e ospitato varie
iniziative del collettivo consapevoli dell’importanza della lotta contro
tutte le pratiche coercitive della psichiatria e dell’importanza di
sostenere le persone colpite da abusi psichiatrici, che il collettivo
Artaud porta avanti sul proprio territorio. Esprimiamo il nostro
sostegno e la nostra solidarietà ai compagni che verranno processati e a
tutto il collettivo!
Un abbraccio affettuoso e solidale
CSA NexT Emerson – Firenze
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La psichiatria è una branca della medicina che ha deciso, progressivamente dalla fine del 1700, che
sofferenze dell’anima, sofferenze fisiche non immediatamente
spiegabili, dolori, discorsi incomprensibili o troppo poetici erano di
sua competenza. Così è nata la anormalità contemporanea. Come malattia.
Una storia del ben pensare, o del profondo conoscere, che si è da subito
associata a un altro aspetto, ovvero la collocazione dello
psichiatra-medico nello Stato, una scelta per la legge. Come è noto, a
noi in particolare in questa regione del Friuli Venezia Giulia, questa
duplice se non forse plurima scelta ha condotto da subito all’ospedale,
all’internamento dei cosiddetti malati di mente (disturbati, deficienti,
ritardati, e poi psicotici, schizofrenici e isteriche…) e come
conseguenza alla violenza degli spazi e delle menti chiuse. Il
collettivo Antonin Artaud di Pisa, che ha recentemente pubblicato un
volume dal titolo Elettroschock, è un collettivo
antipsichiatrico che offre da anni supporto a tutti coloro che cercano
di uscire dal mondo psichiatrico. Non è difficile incorrere in
problemi assumendo una posizione contraria all’ordine delle menti e dei
corpi che la psichiatria continua a determinare silenziosamente nelle
nostre società paritarie. E’ quanto sta accadendo al collettivo a causa
di una denuncia. Il supporto e la solidarietà umana, senza
riconoscimento di legge, sono senza diritto e dunque colpevoli. Di mille
cose. Le possiamo tutti immaginare. E’ esprimendo la nostra solidarietà
al collettivo, che ribadiamo il primato dei rapporti reali su quelli
simbolici, e l’irriducibilità della sofferenza al puro e semplice ambito
della malattia.
Gruppo Anarchico Germinal
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Ad ascoltare radio e televisioni in
questi giorni di ricorrenza della legge 180, parrebbe che tutto l’orrore
dei grandi istituti manicomiali, l’utilizzo della scienza psichiatrica
quale strumento di controllo sociale a partire dall’800, la stretta
relazione tra classi povere e psichiatrizzazione, o insubordinazione e
psichiatrizzazione, possano ritenersi cose del passato. Le cose non
stanno cosi; spesso i manicomi si sono solo ridotti di dimensioni così
come gli Opg, e i dispositivi di controllo e annientamento della persona
non mancano: contenimenti fisici e farmacologici indiscriminati, TSO,
soluzioni morbide dove però la persona non ha tutti i diritti che prima
aveva. Tutte queste cose voi le sapete molto bene perché donate le
vostre energie per cercare di interporvi tra chi rischia di perdere la
propria libertà di individuo e un potere che può essere ancora più
annichilente e totale di quello esercitato da altre istituzioni. Piena
solidarietà per il vostro impegno che è solo frutto della vostra volontà
e in virtù di una mirabile idea di dignità umana.
Monica, Tiziana, Pio, Bruno, Dina, Mauro, Davide, Jacopo e altri liberi pensatori del Circolo anarchico Umberto Marzocchi.
Tutti gli amici che condividono queste idee o hanno provato sulla loro pelle il potere del “pregiudizio psichiatrico” .
Un abbraccio di solidarietà e di stima
affettuosa per il vostro infaticabile e indispensabile lavoro
collettivo. Sono certo che ne uscirete come sempre a testa alta e con
rafforzata determinazione.
Un caro saluto, Pino Pitasi
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Con queste poche righe esprimiamo la
nostra solidarietà al collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud e ai
due compagni coinvolti in quella che sembra una grande montatura
giudiziaria volta a screditare l’attività svolta da anni dal collettivo
con impegno, passione, coerenza e correttezza.
Quello che ci lega è l’amicizia, il
rispetto e la condivisione di idee e pratiche, il nostro essere
posizionati a fianco di prigionieri, oppressi, “folli”, scomodi e
disagiati.
Il collettivo Artaud oltre ad impegnarsi
nell’analisi critica dell’istituzione psichiatrica e
nell’organizzazione di iniziative di controinformazione, fornisce –
tramite un telefono di ascolto e uno sportello – una rete di
accoglienza e un punto di riferimento per chi attraversa un periodo
difficile, nonchè un aiuto concreto contro gli abusi e le violenze delle
psichiatria, senza altro scopo che il sostegno alle persone finalizzato
all’autodeterminazione e alla lotta contro potere e pregiudizi.
Siamo cert* dell’infondatezza delle
accuse e della scrupolosità dell’agire dei nostri amici e compagni, e
siamo altrettanto cert* che nessuna aula di tribunale potrà mettere in
discussione le nostre pratiche e lotte.
Un abbraccio antipsichiatrico
Collettivo antipsichiatrico Francesco Mastrogiovanni – Torino
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Scusandomi per il ritardo unisco la mia
solidarietà a quella dei comunicati che ho appena letto. Questa vicenda
ha sapori paradossali e testimonia quanto nessun impegno, o lotta nel
sociale, sia privo di rischi e quanto la repressione possa avere
risvolti inaspettati e insidiosi. Non saranno le denunce o le calunnie a
fermare la nostra pratica critica al potere coercitivo della
psichiatria, intesa come l’istituzione che esercita una delle forme di
violenza più subdola e prettamente allineata agli intenti di ogni
autoritarismo.
Chiara Gazzola
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XM24 AL FIANCO DEGLI ANTIPSICHIATRICI PISANI
Alla fine del mese di maggio è partito
il processo che vede imputati alcuni attivisti del collettivo
antipsichiatrico pisano “A. Artaud” e, ancora una volta, la macchina
repressiva si scatenerà contro chi ha la sola colpa di stare accanto
agli “ultimi“ nei percorsi quotidiani di liberazione.
Una persona, rivoltasi al Collettivo per
uscire dalle maglie della psichiatria, una volta a colloquio con i
medici si convince o è convinta che sia il Collettivo a rappresentare
una minaccia per la sua salute e, quindi, senza alcuna reale necessità
ne denuncia i membri. In questo caso per violenza privata ma, al di là
del reato specifico, ciò che è in discussione sono le pratiche politiche
e sociali che caratterizzano l’azione antipsichiatrica dei collettivi
nel territorio. E’ facile per le
autorità, sempre numerose durante i colloqui, convincere chi chiede
supporto ai Telefoni Viola che siano le pratiche di liberazione ad
aggravarne lo stato e non le terapie inutili e dannose che vengono
somministrate o i processi di deresponsabilizzazione che rendono i
pazienti totalmente privi della capacità di gestione dei propri progetti
e della propria vita.
Il collettivo antipsichiatrico pisano
“A. Artaud” dispone di un telefono cellulare dedicato alle persone che
hanno la necessità di confrontarsi sulle questioni psichiatriche o,
semplicemente, avere dei consigli ed essere ascoltate. Il sostegno
diretto, tramite lo sportello o il telefono, rappresenta un impegno
preciso, di cui i membri si fanno carico per stare a fianco di chi
subisce abusi e violazioni di quei fondamentali diritti inalienabili
sanciti dalla stessa legislazione, per lo più inapplicata, quali il
diritto di informazione riguardo ai trattamenti in corso, le loro
conseguenze e i loro effetti collaterali, la libertà di scelta e tanti
altri.
Da anni l’impegno antipsichiatrico
consiste nell’osservazione e nell’analisi del ruolo sempre più pervasivo
che viene riconosciuto alla psichiatria all’interno della società,
ponendo particolare attenzione alle modalità e ai meccanismi attraverso i
quali essa si espande sempre più capillarmente e trasversalmente. La
battaglia per la difesa dei diritti umani, sistematicamente negati
dall’istituzione psichiatrica, andrà avanti e i collettivi continueranno
a lottare contro tutte le forme coercitive come il T.S.O. (trattamento
sanitario obbligatorio) e per la chiusura delle REMS (Residenze
Esecuzione Misure di Sicurezza).
I compagni del collettivo non saranno
comunque soli: al banco degli imputati siederemo anche noi e tutte
quelle che in questi anni hanno conosciuto la forza e la coerenza dei
compagni dell’Artaud. Sempre al
fianco di chi lotta contro i soprusi e le ingiustizie, contro l’apparato
tecno-psichiatrico e i suoi sgherri di tribunale. Libertà per tutt*,
sbarre per nessun*!
XM24 e Collettivo Antipsichiatrico AltreMenti – Bologna
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