domenica 10 giugno 2018

Comunicati di solidarietà con il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud per le denunce

fonte:https://artaudpisa.noblogs.org/
Sotto i vari comunicati di solidarietà con il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud che ci sono arrivati in questo periodo. Ringraziamo tutti i singoli, i collettivi
e le strutture che ci hanno scritto parole solidali e di sostegno.

Care compagne e cari compagni del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud,
come OfficinePeregrine Teatro vi scriviamo dalla Gallura per darvi tutta la nostra solidarietà e vi offriamo il nostro sostegno nella risposta che vorrete mettere in atto contro l’attacco costruito da potere medico e potere giudiziario.
Un abbraccio teatrantico e di forza,
OfficinePeregrine Teatro
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COMUNICATO CAMAP PER SOLIDARIETA’ AL COLLETTIVO ARTAUD
…’Le violenze’ dalla parte del manico…
Esprimiamo con queste righe la nostra solidarietà ai compagni del Collettivo Antipsichiatrico Artaud di Pisa accusati di violenza privata.Oltre ad appoggiare il comunicato scritto dai pisani ci sentiamo di aggiungere qualche parola sia perchè siamo fermamente certi della totale infondatezza delle accuse sia perchè altrettanto certi siamo dell’audacia e della bontà dei compagni da anni coinvolti nel perseguire l’attività volontaria contro gli abusi e le violenze (queste sì, reali) dell’istituzione psichiatrica. La riflessione alla base del nostro ragionamento ci fa pensare che le accuse oggi piovute sui pisani sarebbero potute arrivare a noi (avendo conosciuto, tra l’altro, direttamente l’accusatrice ed il suo modo di attaccare) così come su qualsiasi collettivo o realtà che si apre al debole, alla persona in difficoltà oppure in un momento di fragilità. Siamo pertanto ben consci che tale apertura può diventare un’arma a doppio taglio se, per qualsivoglia motivo, il soggetto coinvolto decide di cambiare bandiera e screditare in maniera inopinata le persone legate alla resistenza antipsichiatrica. Non abbiamo, volutamente, le spalle coperte da partiti ed associazioni pertanto siamo altresì facilmente attaccabili. Siamo attaccabili non solo con la menzogna, lo siamo anche in nome del bieco sfruttamento della propria condizione e del proprio personale. Il proprio tornaconto si appaga proiettando il proprio disagio nella direzione sbagliata…D’altra parte siamo pronti ad afferrare il coltello che ci viene puntato dalla parte della lama poichè non esiste vergogna delle nostre pratiche politiche e sociali, la nostra volontà e volontarietà  sono la spinta per fornire aiuto gratuito a qualsivoglia oppresso, disagiato, fragile. Non mancherà mai la nostra azione di libertà ed accoglienza, di aiuto e condivisione, di supporto ed ascolto nell’accettazione più completa. L’accettazione ci sarà sempre, la pazienza quasi. Solidarietà ad oltranza ai pisani, alla loro sensibilità ed alla loro storia fatta di accoglienze e non di violenze.
CAMAP – Collettivo Antipsichiatrico Camuno
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Cari compagni/e,
Ho appreso con grande dolore la notizia delle denunce rivolte a due di voi. Vi invio tutta la mia solidarietà. Se c’è qualcosa che posso fare per aiutarvi….ditemelo. Mi avete aiutato in momenti di grande difficoltà, e vorrei poterlo ricambiare. Soprattutto spero che insisterete nella lotta, perchè quello che fate è di vitale importanza per molti. Non scoraggiatevi! Cercherò di passare da voi nelle prossime settimane, e di nuovo: se posso aiutarvi in qualche cosa, lo farò volentieri.
Nella solidarietà e nella lotta
Fabrizio Cucchi – Empoli
_______________________________________________________________________Conoscendo direttamente da anni sia l’impegno svolto dal Collettivo antipsichiatrico “A. Artaud” che le persone inquisite, intendo manifestare lo stupore per le accuse loro rivolte riguardo presunte minacce che avrebbero rivolto nei confronti di chi stava cercando un aiuto.
L’approccio critico nei confronti del sistema psichiatrico che anima l’attività di base svolta dal Collettivo, senza alcuno scopo di lucro o di potere, verso persone che in primo luogo esprimono il bisogno di un ascolto sensibile e un sostegno paritario, si concretizza attraverso relazioni umane libere. Libere dallo schema che definisce come “malati mentali” quanti vivono disagi e sofferenze determinate in primo luogo da rapporti sociali, familiari e culturali tendenti a negare le diversità e i problemi individuali.
Tale impegno volontaristico è, a tutti gli effetti, l’opposto delle logiche coercitive – e quindi violente – con i quali “normalmente” si vogliono curare persone in difficoltà, sovente strette fra trattamenti sanitari obbligatori e psico-farmaci.
Per questo, l’ipotesi che alcuni aderenti al Collettivo abbiano esercitato una qualche forma di oppressione ai danni di una persona in difficoltà appare paradossale e il processo intentato assume connotazioni kafkiane.
Nel comune rifiuto di ogni discriminazione, esprimo la mia più affettuosa e incondizionata solidarietà.
Marco Rossi

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 «Non si rovescerà il potere come si rovescia un Governo.
Il fronte unito contro l’autorità copre l’estensione della vita quotidiana
e impegna l’immensa maggioranza degli uomini.
Saper vivere è saper non arretrare di un pollice nella propria lotta contro la rinuncia»
(R. Vaneigem)
Conosco da molti anni i compagni e le compagne del collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud per poter affermare che questo è un processo politico che niente ha a che fare con le motivazioni pretestuose della denuncia. Non mi stupisce – né mi scandalizza – che la società del controllo tenti in ogni modo di mettere a tacere non tanto chi lotta contro gli abusi della psichiatria, ma chi lo fa in modo orizzontale, senza gerarchie, proponendo pratiche di auto-aiuto, di contro-informazione, e soprattutto di analisi sul potere psichiatrico che oggi più che mai è una delle protesi capitalistiche più subdole ed efficaci all’asservimento di chi non vuol piegarsi. La gravità di questo procedimento è che può rappresentare un precedente per tutti e tutte coloro che lottano quotidianamente contro l’autoritarismo delle istituzioni totali, ed è quindi importante non far mancare appoggio e sostegno ai compagni coinvolti.
Un abbraccio affettuoso e solidale ai due amici e a tutto il collettivo Artaud
Martina Guerrini
_______________________________________________________________________Firenze 29-05-2018
Esprimiamo la nostra solidarietà ai compagni del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa coinvolti in un processo che intende colpire l’impegno a fianco delle vittime delle istituzioni psichiatriche. L’accusa mossa contro i compagni è evidentemente funzionale alla criminalizzazione di ogni tentativo di arginare
l’arbitrio della psichiatria e di tutte le istituzioni autoritarie. Non abbiamo dubbi sulla correttezza e la coerenza dell’agire dei compagni e perciò denunciamo questa ennesima montatura giudiziaria. Siamo convinti della necessità di agire dal basso, in strada, per rivendicare la libertà di scelta di ogni individuo sulla
propria vita contro ogni proibizione e contro ogni costrizione. Rimanendo sempre al loro fianco ci auguriamo il più sollecito proscioglimento dei compagni imputati.
Ateneo Libertario – Firenze
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Solidarietà al Collettivo Antipsichiatrico Artaud

A fine maggio inizierà un processo nei confronti di due compagni del collettivo antipsichiatrico di Pisa; due imputati che saranno usati per mettere sotto accusa l’intero collettivo e le lotte che lo contraddistinguono da sempre.
Il collettivo Artaud da anni diffonde saperi e sostiene le persone vittime di abusi psichiatrici, in una città come la nostra che, solo per fare un esempio, ha visto portare avanti per tantissimi anni senza alcun ritegno la pratica dell’elettroshock, una vera e propria tortura.
Tanti sono gli esempi che si potrebbero portare, tante le donne e gli uomini che si sono rivolte agli sportelli di ascolto, che nel collettivo hanno trovato una rete per rompere la solitudine, per trovare un’alternativa all’eccesso farmacologico e ai ricoveri psichiatrici.
Per questi e molti altri motivi ci stringiamo ai due attivisti denunciati e al collettivo tutto, convinti che non sarà un’aula di tribunale a poter mettere in discussione le nostre pratiche collettive e le nostre lotte.
S.A. Newroz – antagonist* pisan*
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Solidarietà alle compagne e ai compagni del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa.                Come Centro Sociale in questi anni abbiamo collaborato e ospitato varie iniziative del collettivo consapevoli dell’importanza della lotta contro tutte le pratiche coercitive della psichiatria e dell’importanza di sostenere le persone colpite da abusi psichiatrici, che il collettivo Artaud porta avanti sul proprio territorio. Esprimiamo il nostro sostegno e la nostra solidarietà ai compagni che verranno processati e a tutto il collettivo!
Un abbraccio affettuoso e solidale
CSA NexT Emerson – Firenze
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La psichiatria è una branca della medicina che ha deciso, progressivamente dalla fine del 1700, che sofferenze dell’anima, sofferenze fisiche non immediatamente spiegabili, dolori, discorsi incomprensibili o troppo poetici erano di sua competenza. Così è nata la anormalità contemporanea. Come malattia. Una storia del ben pensare, o del profondo conoscere, che si è da subito associata a un altro aspetto, ovvero la collocazione dello psichiatra-medico nello Stato, una scelta per la legge. Come è noto, a noi in particolare in questa regione del Friuli Venezia Giulia, questa duplice se non forse plurima scelta ha condotto da subito all’ospedale, all’internamento dei cosiddetti malati di mente (disturbati, deficienti, ritardati, e poi psicotici, schizofrenici e isteriche…) e come conseguenza alla violenza degli spazi e delle menti chiuse. Il collettivo Antonin Artaud di Pisa, che ha recentemente pubblicato un volume dal titolo Elettroschock, è un collettivo antipsichiatrico che offre da anni supporto a tutti coloro che cercano di uscire dal mondo psichiatrico.     Non è difficile incorrere in problemi assumendo una posizione contraria all’ordine delle menti e dei corpi che la psichiatria continua a determinare silenziosamente nelle nostre società paritarie. E’ quanto sta accadendo al collettivo a causa di una denuncia. Il supporto e la solidarietà umana, senza riconoscimento di legge, sono senza diritto e dunque colpevoli. Di mille cose. Le possiamo tutti immaginare. E’ esprimendo la nostra solidarietà al collettivo, che ribadiamo il primato dei rapporti reali su quelli simbolici, e l’irriducibilità della sofferenza al puro e semplice ambito della malattia.
Gruppo Anarchico Germinal
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Ad ascoltare radio e televisioni in questi giorni di ricorrenza della legge 180, parrebbe che tutto l’orrore dei grandi istituti manicomiali, l’utilizzo della scienza psichiatrica quale strumento di controllo sociale a partire dall’800, la stretta relazione tra classi povere e psichiatrizzazione, o insubordinazione e psichiatrizzazione, possano ritenersi cose del passato. Le cose non stanno cosi; spesso i manicomi si sono solo ridotti di dimensioni così come gli Opg, e i dispositivi di controllo e annientamento della persona non mancano: contenimenti fisici e farmacologici indiscriminati, TSO, soluzioni morbide dove però la persona non ha tutti i diritti che prima aveva. Tutte queste cose voi le sapete molto bene perché donate le vostre energie per cercare di interporvi tra chi rischia di perdere la propria libertà di individuo e un potere che può essere ancora più annichilente e totale di quello esercitato da altre istituzioni. Piena solidarietà per il vostro impegno che è solo frutto della vostra volontà e in virtù di una mirabile idea di dignità umana.
Monica, Tiziana, Pio, Bruno, Dina, Mauro, Davide, Jacopo e altri liberi pensatori del Circolo anarchico Umberto Marzocchi.
Tutti gli amici che condividono queste idee o hanno provato sulla loro pelle il potere del “pregiudizio psichiatrico” .

Un abbraccio di solidarietà e di stima affettuosa per il vostro infaticabile e indispensabile lavoro collettivo. Sono certo che ne uscirete come sempre a testa alta e con rafforzata determinazione.
Un caro saluto, Pino Pitasi
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Con queste poche righe esprimiamo la nostra solidarietà al collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud e ai due compagni coinvolti in quella che sembra una grande montatura giudiziaria volta a screditare l’attività svolta da anni dal collettivo con impegno, passione, coerenza e correttezza.
Quello che ci lega è l’amicizia, il rispetto e la condivisione di idee e pratiche, il nostro essere posizionati a fianco di prigionieri, oppressi, “folli”, scomodi e disagiati.
Il collettivo Artaud oltre ad impegnarsi nell’analisi critica dell’istituzione psichiatrica e nell’organizzazione di iniziative di controinformazione, fornisce  – tramite un telefono di ascolto e uno sportello – una rete di accoglienza  e un punto di riferimento per chi attraversa un periodo difficile, nonchè un aiuto concreto contro gli abusi e le violenze delle psichiatria, senza altro scopo che il sostegno alle persone finalizzato all’autodeterminazione e alla lotta contro potere e pregiudizi.
Siamo cert* dell’infondatezza delle accuse e della scrupolosità dell’agire dei nostri amici e compagni, e siamo altrettanto cert* che nessuna aula di tribunale potrà mettere in discussione le nostre pratiche e lotte.
Un abbraccio antipsichiatrico
Collettivo antipsichiatrico Francesco Mastrogiovanni  – Torino
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Scusandomi per il ritardo unisco la mia solidarietà a quella dei comunicati che ho appena letto. Questa vicenda ha sapori paradossali e testimonia quanto nessun impegno, o lotta nel sociale, sia privo di rischi e quanto la repressione possa avere risvolti inaspettati e insidiosi. Non saranno le denunce o le calunnie a fermare la nostra pratica critica al potere coercitivo della psichiatria, intesa come l’istituzione che esercita una delle forme di violenza più subdola e prettamente allineata agli intenti di ogni autoritarismo.
Chiara Gazzola
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XM24 AL FIANCO DEGLI ANTIPSICHIATRICI PISANI
Alla fine del mese di maggio è partito il processo che vede imputati alcuni attivisti del collettivo antipsichiatrico pisano “A. Artaud” e, ancora una volta, la macchina repressiva si scatenerà contro chi ha la sola colpa di stare accanto agli “ultimi“ nei percorsi quotidiani di liberazione.
Una persona, rivoltasi al Collettivo per uscire dalle maglie della psichiatria, una volta a colloquio con i medici si convince o è convinta che sia il Collettivo a rappresentare una minaccia per la sua salute e, quindi, senza alcuna reale necessità ne denuncia i membri. In questo caso per violenza privata ma, al di là del reato specifico, ciò che è in discussione sono le pratiche politiche e sociali che caratterizzano l’azione antipsichiatrica dei collettivi nel territorio. E’ facile per le autorità, sempre numerose durante i colloqui, convincere chi chiede supporto ai Telefoni Viola che siano le pratiche di liberazione ad aggravarne lo stato e non le terapie inutili e dannose che vengono somministrate o i processi di deresponsabilizzazione che rendono i pazienti totalmente privi della capacità di gestione dei propri progetti e della propria vita.
Il collettivo antipsichiatrico pisano “A. Artaud” dispone di un telefono cellulare dedicato alle persone che hanno la necessità di confrontarsi sulle questioni psichiatriche o, semplicemente, avere dei consigli ed essere ascoltate. Il sostegno diretto, tramite lo sportello o il telefono, rappresenta un impegno preciso, di cui i membri si fanno carico per stare a fianco di chi subisce abusi e violazioni di quei fondamentali diritti inalienabili sanciti dalla stessa legislazione, per lo più inapplicata, quali il diritto di informazione riguardo ai trattamenti in corso, le loro conseguenze e i loro effetti collaterali, la libertà di scelta e tanti altri.
Da anni l’impegno antipsichiatrico consiste nell’osservazione e nell’analisi del ruolo sempre più pervasivo che viene riconosciuto alla psichiatria all’interno della società, ponendo particolare attenzione alle modalità e ai meccanismi attraverso i quali essa si espande sempre più capillarmente e trasversalmente. La battaglia per la difesa dei diritti umani, sistematicamente negati dall’istituzione psichiatrica, andrà avanti e i collettivi continueranno a lottare contro tutte le forme coercitive come il T.S.O. (trattamento sanitario obbligatorio) e per la chiusura delle REMS (Residenze Esecuzione Misure di Sicurezza).
I compagni del collettivo non saranno comunque soli: al banco degli imputati siederemo anche noi e tutte quelle che in questi anni hanno conosciuto la forza e la coerenza dei compagni dell’Artaud. Sempre al fianco di chi lotta contro i soprusi e le ingiustizie, contro l’apparato tecno-psichiatrico e i suoi sgherri di tribunale. Libertà per tutt*, sbarre per nessun*!
XM24 e Collettivo Antipsichiatrico AltreMenti – Bologna

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