mercoledì 24 luglio 2013

Still Crazy After This Year

(Ancora pazzo dopo tutti questi anni)

Jeanette De Wyze, reporter


In uno di questi prossimi mesi, il Journal of Nervous and Menthal Diseases pubblicherà un articolo che descrive una non-tradizionale sperimentazione con schizofrenici di nuova diagnosi. Questa sperimentazione assegna casualmente giovani con tale diagnosi ad una o l'altra di due differenti forme di trattamento. Alcuni entrano in un ospedale psichiatrico dove ricevono psicofarmaci che reprimono i loro deliri psicotici. Gli altri vanno in un posto conosciuto come "Casa Soteria". Qui vivono per alcuni mesi insieme ad un piccolo gruppo di altri schizofrenici e un gruppo di supporto di uomini e donne (non medici) che danno aiuto emozionale per tutto il tempo ai disturbati. Lo studio ha seguito i soggetti della ricerca per due anni. Secondo questo articolo, gli schizofrenici che hanno vissuto nella casa terapeutica e non hanno ricevuto farmaci, sono riusciti meglio di quelli che hanno ricevuto trattamenti medicali nell'ospedale. Anzi, ha detto Loren Mosher,"Quelli che sono riusciti meglio sono quelli a cui era stata predetta una prognosi cattiva".

Mosher, uno psichiatra di San Diego, è stato il principale architetto della sperimentazione Soteria. Quel che si è dispiegato durante gli anni in cui Moher ha operato (dal 1971 al 1983), ha seguito i contorni della sua concezione della schizofrenia, una condizione che affligge da 1 a 2 americani su 100. Diversamente dalla maggior parte dei suoi colleghi nella professione, Mosher non è mai stato persuaso che il comportamento psicotico fosse dovuto ad anormalità del cervello. Egli perciò è giunto a ritenere che se la schizofrenia non è una malattia di organo deteriorato, allora è sbagliato costringere gli schizofrenici a prendere farmaci che cambiano il loro cervello. Egli è a conoscenza che le potenti medicazioni prescritte oggi per la schizofrenia spesso sopprimono i sintomi della pazzia e rendono le persone disturbate più agevoli da controllare. Ma Mosher argomenta che ci sono vie migliori per aiutare la maggior parte degli schizofrenici a riacquistare la sanità -- concedergli dignità, più umanità e rispetto della libertà, meno devastazioni del corpo e dell'anima.
Il dottore ora 69-enne dichiara che poiché sostiene queste convinzioni, "Sono del tutto emarginato dalla psichiatria americana. Non sono mai invitato ai grandi congressi. Non sono mai invitato a esporre le mie idee. Non sono mai invitato quale relatore di parte a meetings negli Stati Uniti". Tuttavia dal 1968 al 1980, che è l'arco di anni in cui le sue poco ortodosse convinzioni raggiunsero l'apice, Mosher ha occupato una posizione preminente nella comunità della ricerca psichiatrica statunitense. E' stato il direttore del Centro di Studi sulla Schizofrenia al National Istitute of Mental Health di Washington DC. Ha fondato il Schizophrenia Bullettin, di cui è stato il capo editore per dieci anni. La storia di come e perchè è diventato un reietto dalle organizzazioni della sua professione, rivela molto di quanto è cambiata in profondità la concezione della pazzia in America negli ultimi 40 anni.
...
Per approfondimenti:
http://www.nopazzia.it/LRMosher/pazzo.htm

Nessun commento: