“…Gli psichiatri hanno la
possibilità di sequestrare una persona, o di costringerla alla
dipendenza dalla loro decisione terapeutica, per i motivi più vari.
In passato la critica al pregiudizio psichiatrico era più semplice,
ora è molto più complessa, perché bisogna difendere le persone da
un numero sempre maggiore di possibili accuse. Le chiamo
proprio accuse perché comportano conseguenze molto gravi per la
persona, anche se non sempre sul piano giudiziario. A questo progetto
globalizzante, è evidente anche un interesse significativo delle
case farmaceutiche: i loro profitti aumentano di pari passo con
l’estensione del potere degli psichiatri e con la dilatazione delle
nominazioni psichiatriche ai più vari comportamenti umani.”
“…La categoria di malattia mentale
viene sempre attribuita da chi detiene il potere a persone che ne
hanno meno…”
“…In tutti i casi la psichiatria
tende a non voler comprendere un problema che si genera socialmente.
Nella storia d’Italia, come in Unione Sovietica, molti anarchici
sono stati definiti malati di mente e sono finiti nei manicomi. Ai
giorni nostri lo stesso meccanismo viene applicato a tutti i livelli,
in tutti i luoghi dove la psichiatria è presente, e ugualmente in
tutte le nazioni, dall’Italia, all’Inghilterra, alla Russia, alla
Cina, all’Australia, ovunque, quando si vuole squalificare una
persona ed eventualmente anche internarla. Perché prima la si
squalifica, nel senso che la si rende non più credibile, poi la si
interna e infine la si immette nuovamente in circolazione rovinata
dagli psicofarmaci e dall’elettroshock.”
Tratto da: "Critica al giudizio psichiatrico" di Giorgio Antonucci, 2005 - Seconda edizione
Veronika
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