venerdì 11 gennaio 2013

Critica al giudizio psichiatrico

“…Gli psichiatri hanno la possibilità di sequestrare una persona, o di costringerla alla dipendenza dalla loro decisione terapeutica, per i motivi più vari. In passato la critica al pregiudizio psichiatrico era più semplice, ora è molto più complessa, perché bisogna difendere le persone da un numero sempre maggiore di possibili accuse. Le chiamo proprio accuse perché comportano conseguenze molto gravi per la persona, anche se non sempre sul piano giudiziario. A questo progetto globalizzante, è evidente anche un interesse significativo delle case farmaceutiche: i loro profitti aumentano di pari passo con l’estensione del potere degli psichiatri e con la dilatazione delle nominazioni psichiatriche ai più vari comportamenti umani.”
“…La categoria di malattia mentale viene sempre attribuita da chi detiene il potere a persone che ne hanno meno…”
“…In tutti i casi la psichiatria tende a non voler comprendere un problema che si genera socialmente. Nella storia d’Italia, come in Unione Sovietica, molti anarchici sono stati definiti malati di mente e sono finiti nei manicomi. Ai giorni nostri lo stesso meccanismo viene applicato a tutti i livelli, in tutti i luoghi dove la psichiatria è presente, e ugualmente in tutte le nazioni, dall’Italia, all’Inghilterra, alla Russia, alla Cina, all’Australia, ovunque, quando si vuole squalificare una persona ed eventualmente anche internarla. Perché prima la si squalifica, nel senso che la si rende non più credibile, poi la si interna e infine la si immette nuovamente in circolazione rovinata dagli psicofarmaci e dall’elettroshock.”

Tratto da: "Critica al giudizio psichiatrico" di Giorgio Antonucci, 2005 - Seconda edizione 

Veronika

Nessun commento: