domenica 30 agosto 2020

“Il giorno più bello della mia vita io non c’ero” di Simone Bargiotti


Libro consigliato, anche se uscito diversi anni fa.
il giorno più bello
Questo libro non è un romanzo. È la storia di una psicoterapia, ed è dedicata a tutti i medici e professori – alcuni con tanto di cattedra universitaria – che si credono Dio e non hanno capito nulla di quello che è successo. Perché un ragazzo di ventiquattro anni a un certo punto sta male? Cosa è davvero successo nella sua vita? Quanto c’è di vero? Nulla, hanno fatto presto a sentenziare questi signori, liquidando il tutto come “non vero”. E invece un fondo di verità esiste. Un perché. Una causa.
Edizione “I libri di Emil”

fonte:https://www.autistici.org/mezzoradaria/

domenica 23 agosto 2020

Nessuna prova che l'ECT (Elettroshock) ​​funzioni per la depressione - nuova ricerca

Molte persone avranno familiarità con la terapia elettroconvulsivante (ECT) come trattamento storico per la "malattia mentale", in cui una corrente elettrica viene fatta passare attraverso il cervello per innescare le convulsioni, con l'obiettivo di curare in qualche modo la malattia. Infatti, l'ECT viene ancora somministrata a circa un milione di persone ogni anno per curare la depressione grave, di cui circa 2.500 in Inghilterra, sotto anestesia. La maggior parte sono donne e hanno più di 60 anni.

In una nuova recensione della ricerca, pubblicata su Ethical Human Psychology and Psychiatry, suggeriamo che non ci sono prove solide che l'ECT funzioni come trattamento per la depressione e l'impatto negativo sui pazienti, a fronte di qualsiasi potenziale beneficio, è così spaventoso che l'ECT non può essere scientificamente o eticamente giustificato.

La base delle prove

Nonostante il suo uso continuato, non ci sono stati studi ECT vs placebo per 35 anni. In realtà, ci sono stati - sorprendentemente - solo 11 studi di questo tipo, in cui un gruppo di controllo ha ricevuto l'anestetico generale ma non l'elettricità o, quindi, la convulsione - e anche questi studi sono stati profondamente difettosi.

Gli appassionati dell'ECT sostengono che la mancanza di nuove ricerche sul placebo è dovuta al fatto che non è etico negare un trattamento che è "noto" per essere efficace e che sicuramente "salva delle vite". Questo argomento, tuttavia, significa che il numero sempre minore di psichiatri che ancora utilizzano l'ECT lo fanno al di fuori dei parametri della scienza in generale e della medicina basata sull'evidenza in particolare.

Nel Regno Unito, il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) raccomanda l'uso dell'ECT in alcuni casi di episodi maniacali prolungati o gravi o di catatonia in cui altre opzioni di trattamento si sono dimostrate inefficaci e/o quando la condizione è considerata potenzialmente pericolosa per la vita.

Anche se alcune persone che hanno ricevuto l'ECT credono che abbia salvato loro la vita, non ci sono ancora prove di studio che l'ECT sia più efficace del placebo per la depressione. Molti altri credono che abbia danneggiato irrimediabilmente le loro vite.

Altre recensioni e meta-analisi

Io e i miei colleghi abbiamo già pubblicato diverse recensioni degli 11 studi. Queste hanno dimostrato che in alcuni studi ci sono solo prove molto deboli, in alcuni di essi, solo per una minoranza di pazienti, che l'ECT può temporaneamente sollevare leggermente l'umore. Le revisioni hanno anche dimostrato che non vi è alcuna prova che un tale effetto duri oltre l'ultimo trattamento (l'ECT è tipicamente somministrato in una serie di circa otto trattamenti).

Non vi è inoltre alcuna prova che salvi vite umane o che prevenga i suicidi, nonostante l'affermazione di alcuni sostenitori dell'ECT che lo fa - un'affermazione che viene poi utilizzata per giustificare il rischio di danni cerebrali. Il danno cerebrale è stato liquidato come il termine sbagliato, ma non so come altro chiamare la perdita di memoria persistente o permanente segnalata tra il 12% e il 55% dei pazienti. A volte si sostiene che l'ECT "moderno" è più sicuro di quanto non fosse in passato, e che la perdita di memoria è causata dalla depressione piuttosto che dall'elettricità, ma non ci sono prove di ricerca per nessuna di queste due affermazioni.


L'elettroshock viene eseguito al Winwick Hospital, 1957.  Università di Liverpool, Facoltà di Scienze della Salute e della Vita, CC BY-SA
Alcuni hanno chiesto come mai altre recensioni e meta-analisi concludono che l'ECT è efficace e sicuro? Una domanda ragionevole che merita una risposta.

Il nuovo studio, co-autore insieme a Irving Kirsch, direttore associato degli studi sul placebo alla Harvard Medical School, forse il ricercatore leader mondiale sugli effetti placebo dei trattamenti psichiatrici, risponde a questa domanda.

Oltre ad analizzare gli 11 studi in modo più dettagliato che mai, dando a ciascuno di essi un punteggio di qualità basato su 24 criteri metodologici, abbiamo anche valutato le uniche cinque meta-analisi mai condotte su questo minuscolo, e profondamente imperfetto, corpus di letteratura.

Per evitare pregiudizi (e in effetti io sono di parte contro l'ECT, a causa della sua mancanza di prove e del danno che credo abbia causato a centinaia di migliaia di persone) le mie valutazioni degli 11 studi sono state confrontate con valutazioni cieche, secondo criteri accuratamente definiti, da una collega, Laura McGrath, che non aveva alcuna conoscenza o particolare interesse per l'ECT.

Le cinque meta-analisi comprendevano da uno a sette degli 11 studi e in ognuno di essi si prestava poca o nessuna attenzione ai molteplici limiti degli studi che includevano.
Gli 11 studi che abbiamo esaminato hanno avuto un punteggio medio di qualità di 12,3 su 24 - e otto hanno ottenuto 13 o meno. Solo quattro studi hanno descritto come hanno randomizzato i soggetti e poi li hanno testati. Nessuno ha dimostrato in modo convincente che erano in doppio cieco (dove né i partecipanti né gli sperimentatori sanno chi sta ricevendo un particolare trattamento). Cinque hanno riferito selettivamente i loro risultati. Solo quattro hanno riportato le valutazioni dei pazienti. Nessuno ha valutato la qualità della vita dei pazienti.

Ci sono stati altri difetti, tra cui piccole dimensioni dello studio, nessuna differenza significativa con un altro trattamento, risultati contrastanti (tra cui uno in cui gli psichiatri hanno riportato una differenza, ma i pazienti non l'hanno fatto). Solo due degli studi di qualità superiore hanno riportato dati di follow-up.

Abbiamo concluso che la qualità degli studi è così scarsa che le meta-analisi erano sbagliate per concludere qualcosa sull'efficacia.

Non sembra esserci alcuna prova che l'ECT sia efficace per il suo gruppo diagnostico di riferimento - persone gravemente depresse, o il suo target demografico - donne anziane (in questo caso si tratta di un insieme più ampio di problemi), o per persone con tendenze suicide, persone che hanno provato senza successo altri trattamenti prima, pazienti involontari, o adolescenti.

E dato l'alto rischio di perdita permanente della memoria e il piccolo rischio di mortalità, questa mancanza di lunga data nel determinare se l'ECT funziona o meno significa che il suo uso dovrebbe essere immediatamente sospeso fino a quando una serie di studi ben progettati, randomizzati e controllati con placebo hanno indagato se ci sono davvero dei benefici significativi rispetto ai quali si possono soppesare i rischi significativi dimostrati.

Come dice Kirsch: "Non credo che molti sostenitori dell'ECT comprendano quanto siano forti gli effetti del placebo per una procedura importante come l'ECT. Il fatto di non trovare alcun beneficio significativo nei benefici a lungo termine rispetto ai gruppi di placebo è particolarmente doloroso. Sulla base dei dati degli studi clinici, l'ECT non dovrebbe essere usato per individui depressi".

Segnalato dal Collettivo Artaud,articolo originale: https://theconversation.com/no-evidence-that-ect-works-for-depression-new-research-139938

giovedì 13 agosto 2020

Vibo Valentia: Suicidio paziente psichiatria, indagati il primario e quattro medici

Catanzaro, 4 ago – Il suicidio del 41enne di Gioia Tauro Rocco Caristena, ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Vibo Valentia e lanciatosi nel vuoto dalla scala antincendio il 30 luglio scorso, da un’altezza di circa 5 metri, ha portato la procura di Vibo Valentia a iscrivere nel registro degli indagati il primario del reparto di psichiatria dell’ospedale, Giuseppe Greco, e i medici Paolo Ravesi, Pasquale Mangone e Paola Staffa.
Il paziente era stato sottoposto a un Tso e non era la prima volta che veniva ricoverato nello stesso reparto. L’autopsia ha accertato che Caristena è morto poche ore dopo l’impatto al suolo per via delle lesioni riportate in varie parti del corpo, compresa la testa.

fonte: https://calabriaweb.net/

mercoledì 5 agosto 2020

PER L’ABOLIZIONE DELLA CONTENZIONE ! PER LA CHIUSURA DEL SPDC DI BERGAMO!

https://artaudpisa.noblogs.org/files/2020/08/Manifesto_No-contenzione-scaled.jpg

PER LA CHIUSURA DELL’SPDC (REPARTO PSICHIATRICO) PAPA GIOVANNI XXIII DI BERGAMO
31 dicembre 1974: Antonia Bernardini muore, dopo giorni di agonia, a causa di ustioni riportate da un incendio da essa provocato per attirare l’attenzione. Era legata al letto da 43 giorni, nel manicomio giudiziario femminile di Pozzuoli: voleva un bicchiere d’acqua nessuno le dava retta.

13 agosto 2019: nell’SPDC dell’ospedale Papa Giovanni XIII di Bergamo, divampa un incendio di cui non si conoscono le cause. Elena, una ragazza di 19 anni muore arsa viva nel letto al quale è tenuta legata. La contenzione non le ha permesso di fuggire.

La contenzione è una pratica diffusa e frequente in ambito psichiatrico. Corpi e menti vengono costretti, annientati, torturati. Ogni giorno molte persone vengono sottoposte a questo trattamento, sotto gli occhi indifferenti degli operatori e quelli inermi delle persone che gli sono intorno.
Noi non siamo e non saremo disposti/e ad accettare che questo accada ancora.

LA CONTENZIONE NON E’ UNA TERAPIA!
PER L’ABOLIZIONE DELLA CONTENZIONE !
PER LA CHIUSURA DEL SPDC DI BERGAMO!
Rete dei Collettivi Antipsichiatrici

sabato 1 agosto 2020

TRATTAMENTI SANITARI O SEQUESTRI DI PERSONA?


Il signor L. giovedì 16 luglio è stato prelevato dalla sua abitazione da
infermieri e vigili urbani con la forza senza nessun provvedimento di
TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) nei suoi confronti, senza
nessuna notifica e senza nessuna visita psichiatrica. Il provvedimento
di TSO è stato firmato dal sindaco solo dopo che è stato ricoverato in
ospedale; infatti attualmente L. si trova da 2 settimane nel reparto
SPDC (Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura) dell’ Ospedale Le Molinette
di Torino.
Il signor L. vuole esercitare il proprio diritto di libera scelta fra
proposte terapeutiche differenziate e concordate col medico curante,
preferendo una somministrazione di tipo orale a quella per via
intramuscolare del farmaco neurolettico Haldol, da anni somministrato
con cadenza mensile. La somministrazione di tale farmaco provoca
indesiderabili effetti collaterali di danno neurologico di cui il signor
L. non è stato sufficientemente informato, ciò nonostante ha potuto
lavorare al CNR, all’Università, al comune di Torino, alla Regione
Piemonte, al MEPAEGE, al NeZZS, alla NASA-Astrobiology Istitute.
Poiché il consenso deve sempre essere personalizzato, basato sulla
valutazione dell'informazione, sulle possibili conseguenze di
trattamento e di non trattamento, e sempre attualizzato, e che il
paziente ha il diritto di decidere circa la propria salute, non
sussistono gli estremi che legittimino il ricorso al TSO, visto che non
viene minimamente espresso un rifiuto della terapia farmacologica. Il
consenso del signor L. al trattamento psichiatrico non è stato ricercato
in nessun modo e nessuna informazione gli è stata fornita circa i
farmaci somministrati per via intramuscolare ed orale all'interno del
SPDC. Il signor L., oltre a non aver mai rifiutato le cure, non è mai
stato trovato (né durante l'esecuzione del provvedimento da parte delle
forze dell'ordine, né in reparto) in uno stato di alterazione mentale da
rendere necessario il ricovero. Qualunque sia stato il problema che ha
fatto innescare il trattamento (ad esempio una mancata presentazione
alla mensile somministrazione di Haldol intramuscolare), lo si poteva
risolvere diversamente.
Giovedì 23 luglio è scaduto il primo provvedimento di TSO e ad oggi non
è stata né consegnata né firmata da L. nessuna richiesta di proroga del
provvedimento. Pertanto denunciamo che il signor L. è, ad oggi giovedì
30 luglio, trattenuto in modo coatto. Ci auspichiamo che non sia
ulteriormente trattenuto contro la sua volontà all’interno del reparto e
che possa far rientro presso la sua abitazione al più presto.
Negli ultimi giorni di degenza in reparto è stato prospettato al signor
L. il ricovero in una clinica privata convenzionata senza la sua
approvazione. Un vero e proprio ricatto che sempre più spesso viene
rivolto alle persone che dovrebbe essere invece dimesse senza
condizioni.
Se, in teoria, la legge prevede il ricovero coatto solo in casi limitati
e dietro il rispetto rigoroso di alcune condizioni, la realtà
testimoniata da chi la psichiatria la subisce è ben diversa. Con grande
facilità le procedure giuridiche e mediche vengono aggirate: nella
maggior parte dei casi i ricoveri coatti sono eseguiti senza rispettare
le norme che li regolano e seguono il loro corso semplicemente per il
fatto che quasi nessuno è a conoscenza delle normative e dei diritti del
ricoverato.
Perché molto spesso prima arriva l' ambulanza per portare le persone in
reparto psichiatrico (SPDC) e poi viene fatto partire il provvedimento?
Perché la persona non viene informata di poter lasciare il reparto dopo
lo scadere dei sette giorni ed è trattenuto inconsapevolmente in regime
di TSV (Trattamento Sanitario Volontario) ? Perché i pazienti che si
recano in reparto in regime di TSV sono poi trattenuti in TSO al momento
in cui richiedono di andarsene?
Perché i gravi danni dovuti alla somministrazione prolungata degli
psicofarmaci non vengono presi in considerazione a livello sanitario?
Diffusa è la pratica di far passare, tramite pressioni e ricatti, quelli
che sarebbero ricoveri obbligati per ricoveri volontari: si spinge cioè
l’individuo a ricoverarsi volontariamente minacciandolo di intervenire
altrimenti con un TSO. La funzione dell'ASO (Accertamento Sanitario
Obbligatorio) è generalmente quella di portare la persona in reparto,
dove sarà poi trattenuta in regime di TSV o TSO secondo la propria
accondiscendenza con gli psichiatri.
Il TSO è usato, presso i CIM (Centri Igiene Mentale) o i Centri Diurni,
anche come strumento di minacce quando la persona chiede di interrompere
il trattamento o sospendere/scalare la terapia; infatti oggi l' obbligo
di cura non si limita più alla reclusione in una struttura, ma si
trasforma nell'impossibilità effettiva di modificare o sospendere il
trattamento psichiatrico per la costante minaccia di ricorso al ricovero
coatto cui ci si avvale alla stregua di uno strumento di oppressione e
punizione.


Collettivo Antipsichiatrico Antonino Artaud
antipsichiatriapisa@???
www.artaudpisa.noblogs.org 335 7002669