La morte di una giovanissima paziente nel
corso di un incendio nel reparto di psichiatria dell’Ospedale Papa
Giovanni XXIII di Bergamo è una tragedia terribile su cui va fatta piena
luce. In primo luogo per chiarire se la paziente, una ragazza di soli
20 anni, fosse in stato di contenzione meccanica al momento
dell’incendio. Si legge infatti nel comunicato diramato dall’ Ospedale
di Bergamo “La paziente deceduta era stata bloccata pochi istanti prima dell’incendio a causa di un forte stato di agitazione dall’equipe del reparto”.
Fermo restando che spetta alla magistratura chiarire la dinamica dei
fatti, se fosse confermato che la giovane era legata al letto al momento
dell’incendio, ci troveremmo di fronte ad un altro inaccettabile caso
in cui una persona muore in stato di contenzione; una pratica purtroppo
assai diffusa, lesiva dei diritti e della dignità delle persone che la
subiscono, e umiliante per gli stessi operatori, che deve e può essere
superata.
Ribadiamo la nostra vicinanza ai familiari
della giovane donna morta, agli altri pazienti e ai loro familiari, e
siamo disponibili ad affiancare gli operatori nel difficile ma
necessario processo di analisi e valutazione di quanto è accaduto e che
chiama in causa non solo gli operatori del SPDC del Giovanni XXIII ma
l’intero DSM e al fondo tutti noi, che dobbiamo con più forza
impegnarci a sradicare la contenzione e ogni pratica e cultura che
offenda i diritti e la dignità delle persone.
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