venerdì 22 marzo 2019

Mitologie antipsichiatriche

di Giuseppe Bucalo
"Per quanto ci riguarda la nostra critica alle terapie psichiatriche non è critica alle scelte dei suoi pazienti volontari.
L'idea di essere malati e di avere bisogno di cure, non è diversa dall'idea di essere stati scelti da dio e di aver bisogno di un albero sul quale stare appolaiati. L'antipsichiatria rispetta queste idee e chi le formula, indipendentemente dal giudizio che ognuno di noi può esprimere sulla psichiatria o sulla religione e dal fatto di riconoscerle o meno reali.
Da una parte e dall'altra, occorre che tutti smettiamo di pensare che le scelte delle persone hanno senso solo se provano le verità che abbiamo in testa. Il fatto che le persone rifiutino le terapie psichiatriche non prova che esse non siano utili, così come il fatto che le accettino non prova che lo siano. Analogamente, chi rifiuta queste cure non prova di essere malato, cosi come chi le accetta non prova di essere sano. Queste scelte mostrano solo ciò che un individuo,in un dato momento, riesce, o può, prospettarsi o subire, come soluzioni ai problemi che ha con o procura a se stesso e agli altri.
Accettare o rifiutare gli psicofarmaci possono essere ambedue scelte antipsichiatriche. In entrambi i casi la persona può cercare di trovare un senso a ciò che gli accade e cercare di affrontarlo. Non dobbiamo necessariamente condividere nessuna di queste scelte, non dobbiamo aspettarci che esse confermino o meno le nostre teorie, dobbiamo aiutare le persone, se lo chiedono, ad agire fino in fondo le loro scelte, a verificarle e a cambiarle, se occorre.
In questi casi, l'unico aiuto davvero necessario che possiamo dare è quello di smettere di tentare di farli ragionare e smettere di ragionare anche noi".
G. Bucalo "Mitologie antipsichiatriche" in "DIzionARIO antipsichiatrico. Esplorazioni e viaggio attraverso la follia"

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