segnalato da Giorgio Pompa
Sabato 13 ottobre alla Cascina Autogestita Torchiera Senzacqua è stato
ricordato Alfredo, storico abitante della Cascina.
Alfredo è morto tragicamente un mese fa alle 5 di mattina, investito da un
tram davanti all¹ingresso dell¹Ospedale Sacco.
Alfredo faceva parte di un gruppo molto particolare: tra le persone
sottoposte fin dall¹adolescenza al giogo della psichiatria, egli faceva
parte di quella minoranza che si è ribellata con forza, con perseveranza,
con coraggio alla schiavitù del controllo manicomiale, riuscendo addirittura
a sfuggirne: tra tutte le persone che abbiamo conosciuto, Alfredo è stata
quella che, in assoluto, si è battuta di più in difesa della propria
libertà.
Una frase, tratta da uno degli articoli di giornale usciti il giorno della
sua morte, ci è apparsa come una sintesi appropriata, quanto involontaria,
della straordinarietà degli ultimi due decenni della vita di Alfredo:
Viveva per strada, mai censito dalla rete d'assistenza dedicata dal Comune
ai senza fissa dimora. Un fantasma, sprovvisto di documenti o tessere di
mense e dormitori: è stato identificato dalle impronte digitali, unica
traccia rimasta negli archivi di polizia per un vecchio foto segnalamento².
L'unica modifica che ci sentiremmo di fare a questa sorta di epitaffio,
riguarda il suo inizio che dovrebbe cominciare così: Viveva al Torchiera.
Nella cascina davanti al cimitero Maggiore, per due decenni
l¹apolide-psichiatrico Alfredo ha trovato riparo dal destino, immanente
della sua condizione di ex residuo manicomiale¹, di vedersi, di nuovo,
privato della sua libertà, di essere, di nuovo, soggetto al brutale e
stolido annientamento psico-farmacologico caratteristico dell¹armamentario
psichiatrico-assistenziale.
Era riuscito a creare una propria rete di relazioni familiari e solidali che
l¹hanno aiutato nella sua caparbia resistenza: in primo luogo il Collettivo
del Torchiera, anche se non sempre nella maniera convinta e consapevole
espressa negli ultimi anni.
Con l¹esperienza di chi ha provato sulla propria pelle la sferza continua di
decenni di manicomio e di coercitive comunità psichiatriche, non poche volte
si è ribellato in modo veemente nei confronti di coloro che in maniera
sprovveduta si sono avvicinati a lui con ipocrisia, oppure con l¹occulta
intenzione di volerne modificarne i comportamenti, oppure con celato (male)
disprezzo.
Di lui ricordiamo con rimpianto la sua arguta ironia, la straordinaria
memoria nel citare film visti e libri letti, la sua multiforme ed eterogenea
cultura, la sua insopprimibile avversione alla ipocrisia dei galatei, la sua
conoscenza del latino, del tedesco, dell¹elettromeccanica e dell¹alfabeto
cirillico, il suo rispetto per gli amici gatti.
Ciao Alfredo, ti salutiamo nella rituale tua maniera: Con firma scritta e
con rispetto infalsificabile¹.
Dalle Ande agli Appennini
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