venerdì 18 marzo 2016

19/03/16 Volantinaggio Castiglione Delle Stiviere

IL MITO DELLA CHIUSURA DEI MANICOMI
La Legge n°81 dispone al 31 marzo 2015 il termine per la chiusura degli OPG(Ospedali Psichiatrici Giudiziari) e la conseguente entrata in funzione delle REMS (Residenze per l’Esecuzione Misure Sicurezza). Attualmente in Italia gli OPG ancora aperti,sono cinque e si trovano ad Aversa,Barcellona Pozzo di Gotto,Montelupo Fiorentino,Reggio Emilia e CASTIGLIONE DELLE STIVIERE,
nel quale è solo cambiata la targa all’ingresso del neo-manicomio.

Ad oggi, in questi veri e propri manicomi criminali, ci sono rinchiuse circa 150 persone.
A inizio ottobre 2015 sono 109 le persone internate che hanno fatto ricorso per detenzione illegittima, cioè per sequestro di persona, visto che gli OPG sono ancora aperti e funzionanti.
A Reggio Emilia sono 24 le istanze per detenzione illegittima, quasi la totalità dell'istituto se si considera che i pazienti in totale sono 27. 58 sono i ricorsi dall'Opg di Montelupo Fiorentino e 27 da quello di Barcellona Pozzo di Gotto.455 sono invece gli internati detenuti nelle
22 REMS attive in alcune regioni, di cui 25 donne.La popolazione complessivamente detenuta in misura di sicurezza detentiva è di 670 persone, mentre non è noto quante siano le persone destinatarie di una misura di sicurezza non detentiva (“libertà vigilata” che comporta l’obbligo di frequentare strutture residenziali,centri diurrni e ambulatoriali e il rispetto di restrizioni che limitano la libertà di movimento,”libertà vigilata” troppo spesso richiesta dai servizi psichiatrici territoriali e dai responsabili dell’OPG/ REMS).

A Castiglione delle Stiviere, dove sono internate 223 persone di cui 40 donne, il 31.3.2015 si è trasformata magicamente da OPG a REMS,ma sostanzialmente la vita delle persone recluse è la stessa di prima. Infatti non sarà una nuova targa all’ingresso del manicomio (sistema polimodulare rems provvisorie) o una ridenominazione delle strutture a modificare sostanzialmente la vita dei soggetti reclusi in questi luoghi di sofferenza dove la sottomissione dell’individuo alle denigranti regole del manicomio sono obiettivi terapeutici…ma solo per chi li impone o li fa diligentemente rispettare.
Numerose sono le restrizioni di natura carceraria dettate per “motivi di sicurezza” incomprensibili e denigranti a cui sono quotidianamente sottoposti i reclusi, tra cui le perquisizioni che si verificano al rientro in “reparto” dopo un incontro con familiari/amici e la non possibilità di usufruire liberamente di un telefono, oltre alla totale assenza di predisposizione del personale a fornire un concreto supporto emotivo sulla base di un necessario ascolto e una reale comunicazione con la persona ormai da tempo declassata come “malata mentale”.

Nelle REMS la durata della misura di sicurezza non potrà essere superiore a quella della pena carceraria corrispondente al medesimo reato compiuto: ci preoccupiamo, pertanto, del fatto che le persone che hanno già scontato in OPG tale pena non finiscano nelle REMS, ma vengano liberati subito e senza condizioni. Infatti la normativa in vigore effettua questa equiparazione solo per la misura di sicurezza detentiva ma questo non vale per quelle persone che hanno la libertà vigilata con affidamento ai servizi di salute mentale che possono ancora oggi estendersi all’infinito.
La Legge 81/2014
mantenendo inalterato il concetto di pericolosità sociale, non cambia l'essenza della modalità di risoluzione della questione. Per abolire realmente gli OPG bisogna non riproporre i criteri e i modelli di custodia e occorre metter mano a una riforma degli articoli del codice penale e di procedura penale che si riferiscono ai concetti di pericolosità sociale del “folle reo, di incapacità e di non imputabilità”,
che determinano il percorso di invio agli OPG.

Chiudere i manicomi criminali senza cambiare la legge che li sostiene vuol dire creare nuove strutture, forse più accoglienti, ma all’interno delle quali finirebbero sempre rinchiuse persone giudicate incapaci d’intendere e volere.La questione non è solo la chiusura di questi posti: non si tratta solo di chiudere una scatola, per aprirne tante altre più piccole. Il problema è superare il modello di internamento, è non riproporre gli stessi meccanismi e gli stessi dispositivi manicomiali. Il problema non è se sono grossi o piccoli, il problema è che cosa sono. Il manicomio non è solo una questione di dove lo fai, se c’è l’idea della persona come soggetto pericoloso che va isolato, dovunque lo sistemi sarà sempre un manicomio.

Proposte pratiche per un reale superamento di vecchi e nuovi manicomi - leggi il comunicato:
Siamo tutti socialmente pericolosi” pubblicato sul sito www.telefonoviola.org
Telefono Viola Piacenza,Bergamo e Reggio Emilia Collettivo antipsichiatrico Antonin Aratud-Pisa
Collettivo antipsichiatrico CAMAP -Brescia per contatti: antipsichiatriapc@autistici.org

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