martedì 25 giugno 2013

Depressione sociale, rabbia e manganellate.

Oggi vi propongo un articolo dell'anno scorso, ma naturalmente ancora attuale, scritto da una psicologa-psicoterapeuta di stampo Junghiano.

Buona lettura!
Veronika

Sciopero europeo: depressione sociale, rabbia e manganellate

 di | 16 novembre 2012

Tre lacrimogeni sparati dalle finestre del Ministero della Giustizia sui manifestanti in strada. La Severino apre un’indagine. Sparare lacrimogeni dal ministero sulla folla in cui c’erano giovani manifestanti non è lecito, manganellare a sangue un inerme a terra, già immobilizzato è un reato. La Cancellieri oggi afferma: “non avevo visto quelle immagini, sarà fatta giustizia”. Eppure gli assassini di Aldovrandi sono a piede libero. Ieri gli studenti hanno convocato una conferenza stampa raccontando: “La polizia ci prendeva e ci diceva: vi ammazziamo tutti!”.
L’esasperazione per i tagli, la crisi e la risposta austera dei governi sta portando la popolazione alla depressione sociale, gli psicologi attraverso l’ordine di categoria stanno denunciando da mesi questo allarme. Raffaele Felaco, presidente dell’ordine degli psicologi della Campania afferma : “La mancanza di prospettive e di fiducia nel futuro sta portando a una nuova patologia psicologica che possiamo definire come depressione sociale. Il nuovo problema è la mancanza di prospettive che provoca un dolore prolungato e costante non necessariamente legato a un evento traumatico come, appunto, la perdita del posto di lavoro. La fiducia nel futuro ora sta venendo meno” .
La mancanza di prospettive e futuro crea disperazione e depressione dunque. La depressione si manifesta  anche attraverso carica aggressiva e rabbia: è proprio la rabbia repressa che crea la depressione. Ma non tutte le depressioni sono simili. Noi siamo abituati ad immaginare il depresso distrutto su un divano, inerme e sconfitto. Eppure la depressione può avere tante forme, da quella ansiosa con attacchi di panico a quella aggressiva. Non ci stupiamo se un depresso cronico o un bipolare uccide di colpo la famiglia e si suicida.
Un padre di famiglia pochi giorni fa ha tentato di tagliarsi le vene davanti alla Fornero, la stessa Fornero che nega di sapere cosa sia il gruppo Bildemberg ma ci va a cena.
Da dove viene la rabbia degli studenti che tra l’altro in maggioranza sono scesi in piazza in modo pacifico? Questi ragazzi hanno famiglie in cui i genitori non riescono a pagare le rate universitarie o i libri, molti di loro vedono negli occhi dei padri e delle madri la vergogna. La vergogna di dire ad un figlio “ non ho i soldi per pagarti gli studi o un giubbotto”. La sperequazione sociale è la prima causa di conflitto di rabbia e tafferugli. Questa rabbia si sta fomentando con tagli, ingiustizie e iniquità. Non è normale in un paese civile che si creino esodati senza copertura e si menta sui dati, non è normale che dei malati di SLA debbano rischiare la già tormentata vita facendo scioperi della fame. E davanti a tutto questo un poliziotto minaccia di manganellare una signora che protesta nel vederlo massacrare un ragazzo inerme a terra? Se c’è rabbia sociale che porta a manifestazioni di piazza, dovremmo chiederci da dove viene per poterla contrastare non con la repressione ma con la prevenzione.
La rabbia che sta montando in tutta Europa viene dall’iniquità e dall’esasperazione. I fatti ci dicono che in troppi nelle forze dell’ordine abusano volgarmente  dell’impunità data da una divisa persino la Cancellieri l’ha dovuto ammettere. Il bisogno di giustizia che oggi sta diventando urgenza anche psicologica non si può imporre né con il lancio di sassi  né con le manganellate scellerate. Andiamo oltre la repressione violenta: cerchiamo di capire con la ragione il mandante , la causa psicologica e materiale di chi protesta.
Pretendiamo che i colpevoli vengano puniti, estromessi dalle forze dell’ordine. Pretendiamo numeri di riconoscimento e di potere andare in piazza senza avere il terrore di essere massacrati anche se stiamo manifestando in modo pacifico. Una cosa è fermare e isolare un violento tra i manifestanti, altro è manganellare inermi sui denti e alle spalle. Se queste forme ci civiltà non verranno applicate la rabbia monterà sempre più forte e la colpa sarà di chi non avrà mosso un dito. Dovremmo pretendere anche e soprattutto che questa rabbia si plachi attraverso nuove politiche che non impongano ai più poveri di pagare o l’emarginazione e le ingiustizie scateneranno sempre più violenza in una pericolosa escalation.

 

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