Intercettazioni video e audio, quindi, ci sarebbero quelle ad inchiodare le persone arrestate alle loro responsabilità
“Secchiate di acqua fredda, le mani legate dietro la schiena con il nastro adesivo, polsi spezzati, schiaffi pugni, calci, presa per i capelli e bastonate a pazienti indifesi, punizioni fisiche e psicologiche per fatti di disobbedienza o di mancato rispetto delle regole interne alla struttura”. E poi ancora “pazienti senza pranzo o senza cena, nell’averli privati dei propri effetti personali e della possibilità di fumare, chiusi a chiave in uno dei bagni della struttura, o comunque in locali al buio o costretti a lavarsi i denti nelle fontane dei giardini esterni, nonché alla minaccia come metodo educativo”. E’ quanto sarebbe emerso dalle indagini effettuate dai carabinieri del Nas, sul comportamento degli operatori di una struttura sanitaria a Torchiagina, alle porte di Assisi.Il tutto sarebbe cominciato con una segnalazione di due anni fa arrivata ai Carabinieri. Da allora l’attenzione si è alzata sulla struttura di accoglienza di Torchiagina di Assisi, situata in via della Torre, e, grazie alla installazione di telecamere al lavoro certosino dei Carabinieri del Nucleo antisofisticazione e Sanità – il Nas – e il coordinamento del sostituto procuratore della Repubblica Michele Adragna, si è arrivati, nelle ultime ore, all’arresto di sei persone. Il responsabile della struttura e alcuni operatori “in concorso tra loro” avrebbero “maltrattato” almeno 12 pazienti-ospiti (la struttura ne ospita circa 30). La misura, per loro, sarebbe quella dei domiciliari.
Le indagini riguarderebbero la gestione della struttura e i metodi di assistenza delle persone che sono ricoverate. Quello di Torchiagina è un centro di accoglienza anche per malati psichiatrici, considerato, per altro, una vera e propria eccellenza. Da quanto si apprende, ma si capisce che sulla delicatissima vicenda c’è massimo riserbo, ci sarebbe una foto drammatica. Un volto di un uomo pieno di ematomi, dovuti a percosse. E anche qui la foto sarebbe stata inviata direttamente ai Carabinieri e quindi il via alla attività investigativa.
fonte: www.umbriajournal.com
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