sabato 1 agosto 2020

TRATTAMENTI SANITARI O SEQUESTRI DI PERSONA?


Il signor L. giovedì 16 luglio è stato prelevato dalla sua abitazione da
infermieri e vigili urbani con la forza senza nessun provvedimento di
TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) nei suoi confronti, senza
nessuna notifica e senza nessuna visita psichiatrica. Il provvedimento
di TSO è stato firmato dal sindaco solo dopo che è stato ricoverato in
ospedale; infatti attualmente L. si trova da 2 settimane nel reparto
SPDC (Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura) dell’ Ospedale Le Molinette
di Torino.
Il signor L. vuole esercitare il proprio diritto di libera scelta fra
proposte terapeutiche differenziate e concordate col medico curante,
preferendo una somministrazione di tipo orale a quella per via
intramuscolare del farmaco neurolettico Haldol, da anni somministrato
con cadenza mensile. La somministrazione di tale farmaco provoca
indesiderabili effetti collaterali di danno neurologico di cui il signor
L. non è stato sufficientemente informato, ciò nonostante ha potuto
lavorare al CNR, all’Università, al comune di Torino, alla Regione
Piemonte, al MEPAEGE, al NeZZS, alla NASA-Astrobiology Istitute.
Poiché il consenso deve sempre essere personalizzato, basato sulla
valutazione dell'informazione, sulle possibili conseguenze di
trattamento e di non trattamento, e sempre attualizzato, e che il
paziente ha il diritto di decidere circa la propria salute, non
sussistono gli estremi che legittimino il ricorso al TSO, visto che non
viene minimamente espresso un rifiuto della terapia farmacologica. Il
consenso del signor L. al trattamento psichiatrico non è stato ricercato
in nessun modo e nessuna informazione gli è stata fornita circa i
farmaci somministrati per via intramuscolare ed orale all'interno del
SPDC. Il signor L., oltre a non aver mai rifiutato le cure, non è mai
stato trovato (né durante l'esecuzione del provvedimento da parte delle
forze dell'ordine, né in reparto) in uno stato di alterazione mentale da
rendere necessario il ricovero. Qualunque sia stato il problema che ha
fatto innescare il trattamento (ad esempio una mancata presentazione
alla mensile somministrazione di Haldol intramuscolare), lo si poteva
risolvere diversamente.
Giovedì 23 luglio è scaduto il primo provvedimento di TSO e ad oggi non
è stata né consegnata né firmata da L. nessuna richiesta di proroga del
provvedimento. Pertanto denunciamo che il signor L. è, ad oggi giovedì
30 luglio, trattenuto in modo coatto. Ci auspichiamo che non sia
ulteriormente trattenuto contro la sua volontà all’interno del reparto e
che possa far rientro presso la sua abitazione al più presto.
Negli ultimi giorni di degenza in reparto è stato prospettato al signor
L. il ricovero in una clinica privata convenzionata senza la sua
approvazione. Un vero e proprio ricatto che sempre più spesso viene
rivolto alle persone che dovrebbe essere invece dimesse senza
condizioni.
Se, in teoria, la legge prevede il ricovero coatto solo in casi limitati
e dietro il rispetto rigoroso di alcune condizioni, la realtà
testimoniata da chi la psichiatria la subisce è ben diversa. Con grande
facilità le procedure giuridiche e mediche vengono aggirate: nella
maggior parte dei casi i ricoveri coatti sono eseguiti senza rispettare
le norme che li regolano e seguono il loro corso semplicemente per il
fatto che quasi nessuno è a conoscenza delle normative e dei diritti del
ricoverato.
Perché molto spesso prima arriva l' ambulanza per portare le persone in
reparto psichiatrico (SPDC) e poi viene fatto partire il provvedimento?
Perché la persona non viene informata di poter lasciare il reparto dopo
lo scadere dei sette giorni ed è trattenuto inconsapevolmente in regime
di TSV (Trattamento Sanitario Volontario) ? Perché i pazienti che si
recano in reparto in regime di TSV sono poi trattenuti in TSO al momento
in cui richiedono di andarsene?
Perché i gravi danni dovuti alla somministrazione prolungata degli
psicofarmaci non vengono presi in considerazione a livello sanitario?
Diffusa è la pratica di far passare, tramite pressioni e ricatti, quelli
che sarebbero ricoveri obbligati per ricoveri volontari: si spinge cioè
l’individuo a ricoverarsi volontariamente minacciandolo di intervenire
altrimenti con un TSO. La funzione dell'ASO (Accertamento Sanitario
Obbligatorio) è generalmente quella di portare la persona in reparto,
dove sarà poi trattenuta in regime di TSV o TSO secondo la propria
accondiscendenza con gli psichiatri.
Il TSO è usato, presso i CIM (Centri Igiene Mentale) o i Centri Diurni,
anche come strumento di minacce quando la persona chiede di interrompere
il trattamento o sospendere/scalare la terapia; infatti oggi l' obbligo
di cura non si limita più alla reclusione in una struttura, ma si
trasforma nell'impossibilità effettiva di modificare o sospendere il
trattamento psichiatrico per la costante minaccia di ricorso al ricovero
coatto cui ci si avvale alla stregua di uno strumento di oppressione e
punizione.


Collettivo Antipsichiatrico Antonino Artaud
antipsichiatriapisa@???
www.artaudpisa.noblogs.org 335 7002669

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