martedì 23 febbraio 2016

Psicopatologia dell'Isis a Lucca...

Riportiamo i link del curioso seminario tenutosi a Lucca per definire la psicopatologia dell'ISIS
http://www.fondazionebrf.org/it/fondazione-brf-onlus-seminario-nella-testa-dell-isis
http://www.lagazzettadilucca.it/cronaca/2016/02/nella-testa-dell-isis/

Riportiamo qui il testo di critica al seminario diffuso in tale occasione:

CENCIO DICE MALE DI STRACCIO

1 - Testo diffuso a Lucca il 20 febbraio 2016 in occasione del seminario: “Nella testa dell’Isis. Psicologia e Psicopatologia del Fenomeno Terroristico”.

Distinguere, discernere, identificare, in un continuum di forme, la parte buona e la parte cattiva, è
sempre stato un problema difficile. Ma perché è così importante farlo? Dal vecchio e classico divide et impera si aggiunge anche il problema dell’identificazione di ciò che è simile o dissimile da sè stessi.
Uno strumento che è sempre stato utilizzato in questo campo, è la definizione psichiatrica,
la riduzione ad absurdum e la definizione di illogicità ed irrazionalità delle categorie di pensiero
dell’Altro. A seconda del livello culturale a cui ci si rivolge, e del livello di analisi che si vuole porre
in essere, allora si utilizzeranno meccanismi diversi. In un talk show l’IS verrà presentata come un
gruppo di assatanati che distrugge le bellezze artistiche senza un motivo apparente, e che gode nel
vedere scorrere il sangue; in un convegno di “intellettuali” si discorrerò della psicopatologia e della
definizione psichiatrica che meglio gli si adatta, ma la sostanza muta di poco, sempre ad essere
utilizzato sarà il meccanismo psichiatrico.
Ma qual è il ruolo storico della psichiatria? Da sempre, quello di offrire una soluzione facile (l’uomo
pazzo è malato: la macchina ed il suo meccanismo si sono rotti, bisogna o aggiustarlo o rottamarlo)
ad un problema complesso (l’uomo diverso è unico in quanto individuo, e ragiona per categorie
concettuali differenti e connessioni logico-causali diverse, ma egualmente vere rispetto a quelle di
chiunque altro). Talvolta può essere utilizzata in “buona fede”, per mettere a tacere comportamenti
che disturbano il quieto vivere, pensando di fare del bene, ma spesso è utilizzata per mettere a tacere,
delegittimando le sue istanze, coloro che si oppongono alle dinamiche sociali in cui vivono (vedi, ad
esempio, il confino e l’identificazione con il termine “antisociali” degli oppositori politici al regime
fascista). La medicalizzazione come delegittimazione di qualcosa che può mettere in imbarazzo il
segreto di pulcinella di un intera società.
E qual è questo segreto? Quello che sottolinea come tra gli uomini dello Stato Islamico e gli uomini
dello Stato democratico occidentale, non vi sia una netta differenza. Sia per quel che riguarda le
pratiche di violenza e di terrore utilizzate in maniera indiscriminata contro la popolazione (si pensi
che il terrore nasce con lo stato moderno, durante la rivoluzione francese e Robespierre, e a come la
guerra dell’occidente mieta quotidianamente vittime, sia a causa delle bombe che del capitalismo e
del sistema socio-economico che sostiene), sia per quel che riguarda le prospettive ideali: conservare
la gerarchia, l’autorità e le forme di potere.
Quella che vedrete oggi sarà quindi una delegittimazione a mezzo psichiatrico di un qualcosa che,
proprio per la sua specularità rispetto a sé stesso, imbarazza il potere, e quindi esso va delegittimato
con ogni mezzo necessario. Sia mai che qualcuno possa insinuare che il Re è nudo...
Ma perché possiamo permetterci di “difendere” l’IS, anche se la sua logica è chiaramente fascista,
senza timore di essere presi per sostenitori del radicalismo islamico? Perché l’acqua e l’olio sono
immiscibili. Per quanto il potere cerchi di utilizzare lo stesso calderone (ad esempio le misure
antiterrorismo francesi sono state utilizzate per colpire anche chi voleva opporsi alla conferenza sul
clima, poche settimane dopo gli attentati del 14/11) per creare confusione di termini e significati,
chi lotta per distruggere il potere non potrà mai fondersi e confondersi con chi lotta per continuare
a perpetrarlo.
Quindi possiamo stare tranquilli nel nostro cercare di smascherare i meccanismi di governo e
produzione della merce culturale, quale è questo seminario, perché non cercheremo mai di fondare
e difendere uno Stato, un qualsiasi Stato, che quindi contribuisca a conservare la gerarchia, l’autorità
e le forme di potere. Infatti, per noi, come è da combattere l’IS, così è da combattere qualsiasi altro
Stato.
QUALCHE NEMICO DI OGNI POTERE

Grazie a Bucch per le segnalazioni.

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