Ore 12 in Piazza San Michele
PRESIDIO/VOLANTINAGGIO INFORMATIVO SU REMS (Residenze Esecuzione Misura di Sicurezza)
e OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari)
CHIUDERE TUTTI I MANICOMI! NO AI MINI-OPG per la CHIUSURA della REMS di Volterra e di tutte le altre!
IL MITO DELLA CHIUSURA DEI MANICOMI
La Legge n°81 dispone al 31 marzo 2015 il termine per la chiusura degli
OPG(Ospedali Psichiatrici Giudiziari) e la conseguente entrata in
funzione delle REMS (Residenze per l’Esecuzione Misure Sicurezza).
Attualmente in Italia gli OPG sono sempre aperti,sono cinque e si
trovano ad Aversa, Napoli, Barcellona Pozzo di Gotto, Montelupo
Fiorentino, Reggio Emilia
Ad oggi, in questi veri e propri manicomi criminali, ci sono rinchiuse circa 230 persone.
A Castiglione delle Stiviere, dove sono internate 230 persone di cui 40
donne, hanno cambiato solo la targa all’ingresso, da OPG a REMS, ma
sostanzialmente la vita delle persone recluse è la stessa di prima.
Circa 200 sono invece gli internati detenuti nelle Rems attive in alcune regioni, di cui 25 donne.
La popolazione complessivamente detenuta in misura di sicurezza
detentiva è di 670 persone, mentre non è noto quante siano le persone
destinatarie di una misura di sicurezza non detentiva.
A inizio ottobre 2015 sono 109 le persone internate che hanno fatto
ricorso per detenzione illegittima, cioè per sequestro di persona, visto
che gli OPG sono ancora aperti e funzionanti.
A Reggio Emilia sono 24 le istanze per detenzione illegittima, quasi la
totalità dell'istituto se si considera che i pazienti in totale sono 27.
58 sono i ricorsi dall'Opg di Montelupo Fiorentino e 27 da quello di
Barcellona Pozzo di Gotto. Mancano quelli di Aversa e Napoli, ma ad oggi
in sole tre sulle cinque strutture ancora aperte è stata raggiunta
quasi la metà del totale degli attuali 230 internati.
Come si finisce in un OPG? In Italia, in caso di reato, se vi sia
sospetto di malattia mentale, il giudice ordina una perizia
psichiatrica; se questa si conclude con un giudizio di incapacità di
intendere e di volere dell'imputato, lo si proscioglie senza giudizio e
se riconosciuto pericoloso socialmente, lo si avvia a un Ospedale
Psichiatrico Giudiziario (articolo 88 c.p.) o in una struttura
residenziale psichiatrica per periodi di tempo definiti o meno, in
relazione alla pericolosità sociale.
Nelle future REMS la durata della misura di sicurezza non potrà essere
superiore a quella della pena carceraria corrispondente al medesimo
reato compiuto: ci preoccupiamo, pertanto, del fatto che le persone che
hanno già scontato in OPG tale pena non finiscano nelle REMS, ma vengano
liberati subito e senza condizioni. Infatti la normativa in vigore
effettua questa equiparazione solo per la misura di sicurezza detentiva
ma questo non vale per quelle persone che hanno la libertà vigilata con
affidamento ai servizi di salute mentale che possono ancora oggi
estendersi all’infinito.
La Legge 81/2014 mantenendo inalterato il concetto di pericolosità
sociale, non cambia l'essenza della modalità di risoluzione della
questione. Per abolire realmente gli OPG bisogna non riproporre i
criteri e i modelli di custodia e occorre metter mano a una riforma
degli articoli del codice penale e di procedura penale che si
riferiscono ai concetti di pericolosità sociale del “folle reo, di
incapacità e di non imputabilità”, che determinano il percorso di invio
agli Opg.
Chiudere i manicomi criminali senza cambiare la legge che li sostiene
vuol dire creare nuove strutture, forse più accoglienti, ma all’interno
delle quali finirebbero sempre rinchiuse persone giudicate incapaci d’
intendere e volere.
Con le REMS viene ribadito il collegamento inaccettabile cura-custodia
riproponendo uno stigma manicomiale. Ci si collega a sistemi di
sorveglianza e gestione esclusiva da parte degli psichiatri,
ricostituendo in queste strutture tutte le caratteristiche dei manicomi.
La proliferazione di residenze ad alta sorveglianza, dichiaratamente
sanitarie, consegna agli psichiatri la responsabilità della custodia,
ricostruendo in concreto il dispositivo cura-custodia, e quindi
responsabilità penale del curante-custode.
Tradotto significa l’inizio di un processo di reinserimento sociale
infinito, promesso ma mai raggiunto, legato indissolubilmente a pratiche
e sentieri coercitivi, obbligatori, contenitivi.
Questa legge non soddisfa l'idea di un superamento di un sistema
aberrante e coercitivo, infatti permangono misure di contenzione
svilenti per l'individuo e trattamenti farmacologici troppo debilitanti e
depersonalizzanti per poter essere definiti positivi per la persona.
Il manicomio non è una struttura, bensì un criterio; la continua
ridenominazione di tali strutture serve per riprodurre l’istituzione
manicomiale e i meccanismi del manicomio. Il fine dell’istituzione REMS è
l’esclusione e non l’inclusione, infatti, non può nascondere la
medesima contraddizione di fondo: l’isolamento del soggetto dalla realtà
sociale per la sua incapacità di adattamento nei confronti di un mondo
su cui nessuno muove mai alcuna questione e che nessuno mette mai in
discussione.
La questione non è solo la chiusura di questi posti: non si tratta solo
di chiudere una scatola, per aprirne tante altre più piccole. Il
problema è superare il modello di internamento, è non riproporre gli
stessi meccanismi e gli stessi dispositivi manicomiali. Il problema non è
se sono grossi o piccoli, il problema è che cosa sono. Il manicomio non
è solo una questione di dove lo fai, se c’è l’idea della persona come
soggetto pericoloso che va isolato, dovunque lo sistemi sarà sempre un
manicomio.
Noi crediamo nel bisogno e nella costituzione di reti sociali
autogestite e di spazi sociali autonomi, in grado di garantire un
sostegno materiale, una casa senza compromessi di invalidità, nonché un
reddito e un lavoro non gestiti dai servizi socio-sanitari, bensì
autonomamente dal soggetto.
Uno concreto percorso di superamento delle istituzioni totali passa
necessariamente da uno sviluppo di una cultura non segregazionista,
largamente diffusa, capace di praticare principi di libertà di
solidarietà e di valorizzazione delle differenze umane contrapposti ai
metodi repressivi e omologanti della psichiatria.
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud-Pisa
Spazio Libertario Pietro Gori-Volterra
per info e contatti:
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org / 335 7002669
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