giovedì 2 luglio 2015

Alcuni chiarimenti fondamentali...



Esistono diversi modi per approcciarsi alla questione psichiatrica. Allo stesso modo, possono esistere divergenti punti di vista su ciò che può essere chiamata coercizione psichiatrica, ma che spesso diventa sinonimo di violenza e sopruso. Gli “occhiali” con cui guardare un certo problema spesso ci spingono a vedere solo determinate sfaccettature, quando un cambio di lenti può portare la persona a riesaminare certe questioni secondo una nuova ottica. L’avanzamento scientifico e il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini di solito avvengono perché un singolo individuo o un gruppo di persone mettono in dubbio ciò che fino ad allora veniva considerato il paradigma ufficiale. La storia è piena di esempi. E’ come se tutto scorresse tranquillamente, finché una rivoluzione arriva a sconvolgere la dottrina vigente e l’approccio ad una determinata materia cambia radicalmente. A questo punto le strade percorribili sono due: abbracciare il nuovo paradigma o trincerarsi a salvaguardia di quello vecchio. Non è una scelta scontata e spesso prendere delle decisioni equivale a lottare e sacrificarsi per la propria idea.

Questa breve premessa vuole introdurre alcune precisazioni su come il CAMAP vede la questione OPG e su alcune necessarie distinzioni con il movimento “Stop OPG”. Tali puntualizzazioni si rendono necessarie per evitare una generica confusione (che qualcuno ha già fatto purtroppo) sugli obiettivi dell’Antipsichiatria in Italia e sull’attività di “Stop OPG”, che non può essere assimilata assolutamente alla nostra concezione di Antipsichiatria.

Innanzitutto il CAMAP non ha nessuna affiliazione politica e non nasce dalla costola di partiti politici, associazioni o altre strutture previste dalla legislazione italiana. Noi siamo un collettivo senza cariche e senza rapporti di alcun tipo con le istituzioni. Parliamo direttamente con le persone interessate al nostro punto di vista e cerchiamo di offrire un aiuto a chi ne ha bisogno, tramite i nostri mezzi (Blog, Sportello d’Ascolto, Serate Informative, Concerti Benefit…), del tutto gratuiti e autofinanziati. Non abbiamo bisogno di essere riconosciuti da nessuno come “ente” o “associazione” di alcun tipo proprio perché non desideriamo convalidare il punto di vista della repubblica italiana sulla scienza psichiatrica. In particolare, battendoci contro i sistemi coercitivi utilizzati dallo stato per dominare i suoi cittadini, ricondurli ad una presunta “normalità”, addomesticarli a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, noi rifiutiamo questo paradigma di pensiero. Conseguenza di tale posizione è il nostro rifiuto a qualsiasi collaborazione che si basi sull’accettazione della coercizione, di qualsiasi tipo essa sia. Crediamo fortemente che la lotta a certe forme di fascismo non possa prevedere come punto di partenza la loro accettazione nel tentativo di cambiare le cose dall’interno del sistema. In particolare, noi non siamo d’accordo nel voler trasformare gli OPG in altre strutture, fossero anche più “democratiche”, “aperte” o con la piscina e la musicoterapia. Noi siamo favorevoli solo ad una chiusura di tali strutture e a una revisione dell’intero impianto teorico che sostiene il concetto di salute e malattia mentale.

Per questi motivi vogliamo sottolineare ancora una volta la nostra distinzione da un’associazione come “Stop OPG”, che si batte si per la chiusura di tali strutture, ma in un’ottica di accettazione del sistema vigente e della legge italiana. “Stop OPG” è sostenuta da varie associazioni, enti e sindacati (ad esempio la CGIL) e affonda le sue radici in premesse che non ci trovano assolutamente concordi, prima fra tutte il consenso all’utilizzo di termini come malattia e salute mentale.

Concludendo, la nostra visione del problema psichiatrico è diametralmente opposta, ma ciò spero non possa impedire comunque un dialogo sulla questione. Era necessario però stabilire alcuni “paletti” in grado di chiarire quella che è l’impostazione del CAMAP (e della rete Antipsichiatrica in generale) e le posizioni di “Stop OPG”.

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