domenica 16 agosto 2015

Nè sgombero del Barocchio Nè REMS

 Apprendiamo la notizia che al posto del Barocchio, squat occupato da ormai 23 anni, dovrebbe sorgere una REMS (Residenze per l’Esecuzione Misure Sicurezza). la Legge n°81/2014 prevede la chiusura degli OPG entro il 31 marzo 2015 e l'entrata in funzione delle REMS. Ad oggi gli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari) esistono ancora e le REMS in molte regioni non sono ancora entrate in funzione.
Le REMS in realtà non sono altro che dei dei MINI-OPG sul territorio, la suddetta legge infatti,  mantenendo inalterato il concetto di pericolosità sociale, mantiene inalterato il regime di custodia e cura vigente negli Opg.
Chiudere i manicomi criminali senza cambiare il codice penale che li sostiene vuol dire creare nuove strutture, forse più accoglienti,  ma all’interno delle quali finirebbero sempre rinchiuse persone giudicate incapaci d’ intendere e volere. Per abolire realmente gli OPG bisogna non riproporre i criteri e i modelli di custodia e occorre metter mano a una riforma degli articoli del codice penale e di procedura penale che si riferiscono ai concetti di pericolosità sociale del “folle reo, di incapacità e di non imputabilità”, che determinano il percorso di invio agli Opg.
Il problema è superare il modello di internamento, e tale superamento non può passare attraverso gli stessi meccanismi precedentemente in atto nei manicomi. Altrimenti la logica dominante, anche nelle rems, sarà sempre quella dell’esclusione e non dell’inclusione.
Esprimiamo dunque la nostra solidarietà al Barocchio squat; contrari  allo sgombero di un'esperienza abitativa e sociale in piedi da 23 anni, affinché non venga trasformata nell'ennesimo contenitore dell'esclusione sociale!


Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud-⁠Pisa
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Spesso l'estate è una stagione di idee balzane per i signori delle Istituzioni: come i governi approfittano del solleone per varare misure antipopolari e riforme di lacrime e sangue, su scala locale (Comune, Provincia, Regione) si approfitta del momento in cui la città è semi-vuota per far passare decisioni e provvedimenti gravidi di fastidiose conseguenze. È il caso dell'infausta decisione di destinare l'area adiacente alla  Barocchio - casa occupata da 23 anni!  - ad ospitare uno dei due Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) previsti in Piemonte. Nel piano non si parla (per ora) di sgombero della casa occupata ma già la scelta di aprirvi, a pochi metri, quella che è di fatto un'istituzione manicomiale, fa pensare male.
Due giorni fa, una persona è stata uccisa nella nostra città per imporgli un Tso (Trattamento Sanitario Obbligatorio) contro la sua volontà. Basta questo per opporsi a questa scelta liberticida e porci al fianco della casa occupata Barocchio. Come compagni e compagne dell'area autonoma torinese, esprimiamo la nostra solidarietà agli occupanti e alle occupanti del Barocchio e ci mobiliteremo nelle iniziative che verranno costruite per opporsi a un ennesimo scempio di cui nessuno ha bisogno in questa città.
Network Antagonista Torinese (askatasuna, murazzi, cua, ksa)
Fonte: www.infoaut.org
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Intervento di Mario Frisetti al palazzo della Regione, giovedì 6 agosto 2015. Da parte del Barocchio squat occupato e autogestito da 23 anni.


Noi siamo incompatibili. Noi siamo i devianti. I deviati sono i vostri prigionieri psichiatrici. Queste le categorie usate dal basagliano dott. Tavolaccini nella relazione che chiedeva il nostro sgombero nel 1991. Deviati e devianti non possono coesistere perché si ecciterebbero a vicenda.
Noi siamo contro ogni forma di detenzione. Contro ogni galera. Contro la psichiatria.
I nuovi REMS (della legge 81/2014) sono peggio degli OPG.
Combatteremo l’installazione del REMS. Non lasceremo che ce ne costruiscano uno in casa.
E con noi le case occupate e i centri sociali.
Porteremo il conflitto dalla periferia, dove volete relegare gli psichiatrici, al centro, nel cuore della città, cominciando da oggi.
Non possiamo convivere con una prigione psichiatrica con mura alte 4 metri e polizia privata che sostituisce quella di Stato.
Sulla nostra falegnameria è scritto in piemontese “Ognidun a le mat a la sua manera”.
Il nostro simbolo è una tenaglia che taglia le catene.
Abbiamo convissuto per più di 20 anni con gli psichiatrizzati che però erano liberi di andare e venire.
Noi siamo con il Folle Reo. E non lasceremo che lo Stato gli costruisca la prigione per occultarlo alla comunità.
Noi non possiamo vivere senza i matti.
Noi stessi siamo matti.
Loro i deviati, noi i devianti.
Non lasceremo che gli costruiscano la prigione, si chiami OPG o REMS.
Ieri l’ultima vittima del TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), l’hanno portata al Maria Vittoria fuori conoscenza e con arresto respiratorio.
Si chiamava Andrea Soldi. 45 anni “Non voleva salire in ambulanza e si rifiutava di prendere i farmaci”. I suoi problemi erano iniziati in caserma, durante il servizio militare.
L’hanno strangolato i vigili del reparto progetti e servizi mirati inviati dallo psichiatra che aveva chiesto il TSO, su una panchina di corso Umbria, in mezzo alla gente, certi dell’impunità. “L’hanno accerchiato in 4, l’hanno preso per il collo, è diventato scuro, la lingua usciva dalla bocca e si è accasciato”.

Mario Frisetti, Torino 6 agosto 2015

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