PROCURE, gip e tribunali di sorveglianza fanno richiesta, ma trovano
tutte le porte sbarrate. Oggi in Italia ci sono 195 persone per le quali
non c'è spazio nelle Rems, le residenze per l'esecuzione delle misure
di sicurezza che devono archiviare per sempre la buia stagione degli
Opg, gli ospedali psichiatrici giudiziari. La filosofia alla base delle
nuove strutture è più sanitaria che carceraria, mira all'assistenza e al
recupero di malati psichiatrici giudicati socialmente pericolosi. E
infatti non è prevista la presenza della polizia penitenziaria ma solo
di personale sanitario.
Gli oltre 500 posti a disposizione nelle Rems già non bastano ad
accogliere tutti. Ma viste le richieste, c'è il rischio che anche in
futuro, quando la riforma sarà definitivamente partita e la capacità di
accoglienza salirà a 600, ci si trovi un sistema sottodimensionato. «Il
problema è che le Rems oggi vengono usate anche per quello che non sono.
Cioè i magistrati chiedono di mandarci persone la cui posizione non è
ancora definita dal punto di vista giudiziario, quindi per misure di
sicurezza provvisorie. Invece dovrebbero andarci malati con misure
definitive, cosa che vorrei fosse chiarita con un decreto legge». A
parlare è Franco Corleone, commissario del Governo per l'applicazione
della legge che ha stabilito la chiusura degli Opg indicando tra l'altro
come termine il 31 marzo 2015. Il lavoro non è finito, visto che
restano ancora aperti gli ospedali psichiatrici giudiziari di Montelupo
Fiorentino e Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) con dentro una
cinquantina di persone. La prossima settimana finalmente chiuderà
Aversa, il manicomio criminale più antico d'Italia.
Al posto degli Opg stanno nascendo le Rems: oggi sono 24 sulle 30
previste e ospitano circa 520 persone. Ma 195 sono ancora fuori. «Se si
procede così i posti non basteranno mai — spiega Corleone — Ne abbiamo
parlato anche mercoledì in una riunione con le Regioni e i ministeri
della Giustizia e della Sanità. Chi aspetta il giudizio va mandato,
anche a seconda della gravità di ciò che ha fatto, nella sezione
sanitaria di un carcere, o in un reparto psichiatrico dell'ospedale. Ma
ci sono anche Regioni che hanno creato strutture "intermedie" di
assistenza, come ad esempio case famiglia, e che quindi "soffrono" di
meno. In Emilia Romagna ci sono 5 ordinanze non eseguite per mancanza di
letti nei Rems contro le 44 della Sicilia».
Gli Opg in alcuni anni sono arrivati ad ospitare anche 1.400 persone,
più del doppio della disponibilità delle Rems. Secondo Corleone non è
questo il problema, perché la nuova legge ha cambiato completamente
l'approccio verso i malati psichiatrici pericolosi. «Negli Opg c'erano i
cosiddetti "ergastoli bianchi", con le persone che restavano dentro
tutta la vita. Nei Rems, la misura detentiva è equiparata alla pena per
il reato commesso. Se sono previsti 10 anni, si resta dentro non di più.
E poi c'è il grande tema dell'assistenza mirata a recuperare queste
persone e a reinserirle nella società. Le strutture sono piccole, ci
sono stanze a due letti con il bagno, si mangia insieme». Anche dei più
pericolosi si occupa comunque il personale sanitario e non ci sono
portoni o cancelli a chiudere dentro gli ospiti. Tutti particolari che
hanno fatto dire ai sostenitori della riforma che siamo di fronte alla
rivoluzione più importante nel mondo delle malattie mentali dai tempi
della legge Basaglia.
Fonte: ricerca.repubblica.it
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